Scarica gli atti - Gruppo del Colore
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costruttive. In ambito applicativo alcune variabili assumono connotazioni estese e/o<br />
specifiche <strong>del</strong>la spettrofotometria d'immagine.<br />
2.1 Risoluzione spaziale e range spaziale<br />
Nei dispositivi "a filtri" e "puntuali" la risoluzione spaziale è unica e limitata dalle<br />
caratteristiche dei sensori e <strong>del</strong>le ottiche a questi accoppiati (generalmente<br />
adattabili ai casi d'interesse). Espressa in paia di linee per millimetro o unità<br />
equivalenti risulta legata a vincoli minimi dettati dal potere risolvente <strong>del</strong>l'occhio<br />
umano. Nei dispositivi impieganti policromatori di linea è generalmente diversa<br />
quella orizzontale (legata alla sensoristica e alle ottiche disperdenti) e verticale<br />
(legata alle dimensioni <strong>del</strong>la fenditura <strong>del</strong> policromatore). Il range spaziale, l'area<br />
che lo spettrofotometro d'immagine può rilevare, è quindi legata alla risoluzione<br />
spaziale voluta; a parità di sensore/spettrofotometro impiegato questi risultano<br />
complementari. Anche se solitamente non stringente, le esigenze <strong>del</strong>l'applicazione<br />
finale <strong>del</strong> dispositivo possono rendere anche il range spaziale un limite vincolante<br />
dato che la rilevazione di ampie superfici comporterebbe non solo un elevato<br />
impegno logistico ma anche <strong>del</strong>icate operazioni di "mosaicing".<br />
2.2 Risoluzione spettrale e range spettrale<br />
La risoluzione spettrale si esprime generalmente come parametro massimo poiché<br />
risulta spesso differente nei dispositivi a filtri quando esaminata in diverse regioni<br />
<strong>del</strong> range spettrale utile (ovvero <strong>del</strong>l'estensione frequenziale rilevabile dallo<br />
strumento). La suddivisione di detto range in bande sfocia in compromessi poco<br />
soddisfacenti in relazione al tipo e al numero dei filtri impiegati e a conseguenti<br />
operazioni di deconvoluzione de<strong>gli</strong> spettri molto pesanti. Nei dispositivi impieganti<br />
dispersori ottici puntuali o di linea invece la risoluzione spettrale è un parametro<br />
rappresentativo in tutto lo spettro. Le caratteristiche <strong>del</strong>la risposta spettrale in<br />
quest'ultimo caso validano a priori le misure ottenute lasciando i limiti di<br />
risoluzione alla progettazione <strong>del</strong>le ottiche disperdenti.<br />
2.3 Sensibilità, dinamica e tempi di acquisizione<br />
Come per tutti i dispositivi di acquisizione fotonica è la sensoristica che determina<br />
principalmente sensibilità e dinamica. Nei sistemi a filtri non si avvertono<br />
particolari esigenze nella scelta <strong>del</strong> sensore purché assicuri l'opportuno SNR nella<br />
banda d'interesse. I sensori impiegati a valle di policromatori di linea invece sono<br />
scelti avendo cura che la geometria <strong>del</strong> focal plane di sensore e policromatore<br />
corrispondano. Il mi<strong>gli</strong>or compromesso fra i parametri citati è da ricercarsi<br />
spingendo più sui tempi di acquisizione complessivi richiesti dall'applicazione che<br />
sui valori di sensibilità e dinamica ormai garantiti dalle camere di pregio attuali.<br />
2.4 Illuminazione<br />
E' cruciale mantenere i parametri d'illuminazione costanti in termini di geometria e<br />
radianza durante l'acquisizione completa <strong>del</strong> dispositivo d'immagine impiegato.<br />
Ecco perché sempre più costruttori propongono come parte integrante <strong>del</strong><br />
dispositivo l'illuminatore stabilizzato e controllato alogeno, allo Xe o combinato.<br />
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