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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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4. La procedura di taratura<br />

La procedura di taratura è piuttosto complessa e viene eseguita in laboratorio,<br />

cercando di imitare le probabili condizioni operative <strong>del</strong>lo strumento sul campo<br />

(distanza <strong>del</strong> campo inquadrato, tempi di esposizione, ecc.). Sul campo è prevista<br />

una verifica, con campioni precedentemente tarati presso il laboratorio di<br />

gonioriflettometria <strong>del</strong>l’IEN.<br />

La taratura riguarda due aspetti:<br />

– quello radiometrico: per ogni pixel occorre determinare la sensibilità alla<br />

lunghezza d’onda di misura e, nel caso <strong>del</strong> gruppo monocromatore la lunghezza<br />

d’onda di misura, che potrebbe non essere la stessa per tutti i pixel sulla stessa<br />

colonna;<br />

– quello geometrico: ad ogni pixel deve essere associata la direzione di misura<br />

considerando le distorsioni ottiche <strong>del</strong> sistema (gruppo fotografico e gruppo<br />

monocromatore con reticolo nella posizione 0).<br />

Inoltre occorre valutare la presenza di immagini fantasma e, nel caso <strong>del</strong>lo<br />

spettrografo, l’influenza <strong>del</strong>le aberrazioni ottiche sulle correlazioni esistenti tra i<br />

canali spettrali misurati.<br />

La procedura di taratura è derivata dalla metodologia sviluppata all’IEN per la<br />

caratterizzazione dei rivelatori CCD per applicazioni fotometriche [5] e si basa<br />

sulla possibilità di illuminare un ridotto numero di pixel con una radiazione di<br />

lunghezza d’onda nota. Attualmente viene usata una sorgente con filtri<br />

interferenziali e il laser già descritto per realizzare la gri<strong>gli</strong>a per il riferimento<br />

dimensionale.<br />

L’incertezza di misura <strong>del</strong> coefficiente di radianza è compresa tra il 3% e l’1% e<br />

dipende dalle condizioni operative di acquisizione.<br />

5. Calcolo <strong>del</strong>le condizioni di illuminazione<br />

Generalmente, nel caso <strong>del</strong>le opere d’arte, l’impianto di illuminazione dovrebbe<br />

permettere al pubblico di apprezzare i capolavori artistici nelle condizioni<br />

desiderate dall’artista o in quelle nelle quali l’artista ha sviluppato la sua opera e<br />

compiuto le sue scelte creative.<br />

Anche quando lo spazio espositivo è completamente diverso dall’originale è<br />

importante la fe<strong>del</strong>tà nella percezione dei colori rispetto alle condizioni di<br />

riferimento.<br />

Il metodo generalmente utilizzato per sce<strong>gli</strong>ere le sorgenti luminose si basa sul<br />

calcolo <strong>del</strong>l’indice di resa dei colori Ra; un algoritmo sviluppato dalla CIE [6] per<br />

valutare le differenze nella resa dei colori tra due sorgenti luminose, di cui una<br />

considerata di riferimento, rispetto ad un insieme di colori specificati. Questo<br />

gruppo di colori standard è formato da otto o da quattordici colori di cui si<br />

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