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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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conoscono le caratteristiche spettrali. Per calcolare il valore di Ra è quindi<br />

sufficiente conoscere lo spettro di emissione <strong>del</strong>le due sorgenti.<br />

L’indice di resa dei colori è utilizzato dai costruttori per individuare, con un unico<br />

valore, le caratteristiche di resa dei colori di una lampada. In questo caso fornisce<br />

indicazioni approssimative, utili in applicazioni non particolarmente critiche, ma<br />

presenta alcuni limiti, che diventano importanti nel caso di impianti con esigenze<br />

particolari. Il calcolo di Ra si basa inf<strong>atti</strong> su una serie di colori e di fattori spettrali<br />

di riflessione scelti a priori e che potrebbero non essere presenti nell’opera. Inoltre<br />

il metodo vincola la scelta <strong>del</strong>la radiazione di riferimento e, ovviamente, non tiene<br />

conto <strong>del</strong>le inter-riflessioni <strong>del</strong>le pareti che sono attorno all’oggetto e che possono<br />

modificare lo spettro <strong>del</strong>la radiazione incidente sull’opera e influenzare le<br />

condizioni di fruibilità <strong>del</strong>la stessa.<br />

Per questi motivi si è sviluppato un metodo di calcolo basato sulla misurazione <strong>del</strong><br />

fattore di riflessione spettrale ottenuta con il MIR.<br />

Utilizzando i dati spettrali forniti dal MIR si calcola la resa dei colori, secondo<br />

l’algoritmo CIE, ma considerando esclusivamente i colori effettivamente presenti<br />

nell’opera, per un gruppo di sorgenti, ed eventuali sovrapposizioni di due o più<br />

sorgenti. Inoltre poiché l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di riprodurre il<br />

più fe<strong>del</strong>mente possibile le condizioni di visione in cui l’opera è stata creata, la<br />

scelta <strong>del</strong>la sorgente di riferimento è particolarmente importante.<br />

E’ inf<strong>atti</strong> spesso impossibile conoscere le reali condizioni di lavoro di un artista<br />

specialmente per le opere molto antiche. Però è molto probabile che l’artista<br />

lavorasse utilizzando la luce solare, passante attraverso una finestra o, se il sole<br />

non raggiungeva il luogo di lavoro, <strong>del</strong>la luce riflessa da uno specchio. Per questo<br />

motivo l’illuminante D65 viene spesso preso come riferimento. Ovviamente, se<br />

possibile, si considerano i fattori di riflessione o trasmissione de<strong>gli</strong> oggetti<br />

utilizzati per l’illuminazione originale. Questo compito è sempre difficile, ma nel<br />

caso di opere fisse (affreschi) è possibile ipotizzare, con un buon grado di<br />

attendibilità, la radiazione incidente.<br />

Nel calcolo <strong>del</strong>la reale percezione dei colori occorre considerare ancora tre punti<br />

molto importanti:<br />

– i livelli di illuminamento richiesti dalla normativa, generalmente notevolmente<br />

differenti da quelli ipotizzati, anche inconsciamente, dall’artista;<br />

– la presenza di sfondi od oggetti che possono modificare la percezione dei colori<br />

[7];<br />

– l’influenza <strong>del</strong>le operazioni di restauro che possono aver modificato<br />

drasticamente il fattore spettrale di riflessione dei pigmenti originali.<br />

I primi due punti sono stati considerati variando l’algoritmo di calcolo secondo <strong>gli</strong><br />

ultimi mo<strong>del</strong>li colorimetrici CIE, mentre il terzo punto, allo stato attuale <strong>del</strong>la<br />

ricerca è stato affrontato esclusivamente con alcune misurazioni preliminari di<br />

tipo gonioradiometrico in laboratorio su alcuni pigmenti commerciali.<br />

Risulta quindi particolarmente importante l’ultimo passo <strong>del</strong> metodo IEN,<br />

consistente nella costruzione di immagini fotorealistiche ottenute tenendo conto<br />

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