Scarica gli atti - Gruppo del Colore
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ealizza la scansione di differenze di cammino ottico che nello schema classico di<br />
Michelson è ottenuta per mezzo <strong>del</strong>la traslazione <strong>del</strong>lo specchio di uno dei due<br />
rami ortogonali. Infine, un programma basato sull’algoritmo veloce di Fourier<br />
ricostruisce lo spettro in ciascun punto dalla sequenza dei valori interferometrici<br />
registrati in quel punto.<br />
In una camera interferometrica, di per sé particolarmente sensibile alle vibrazioni, è<br />
bene non usare otturatori elettromeccanici. Per questo i CCD più ad<strong>atti</strong> sono quelli<br />
dotati di un sistema di otturazione elettronica, che consiste nel trasferire molto<br />
rapidamente i fotoelettroni accumulati durante ciascuna esposizione in celle di<br />
memoria schermate dal flusso luminoso dalle quali le cariche vengono lette a<br />
velocità adeguata all’elettronica di conversione analogico-digitale e di accesso alla<br />
memoria <strong>del</strong> calcolatore.<br />
In uno strumento interferometrico ideale il rivelatore dovrebbe avere una risposta<br />
spettrale costante poiché il segnale raccolto ad ogni posizione <strong>del</strong>lo specchio è una<br />
sovrapposizione di tutte le lunghezze d’onda contenute nello spettro da analizzare .<br />
Se la risposta spettrale non è costante, non c’è quindi modo di evitare che il<br />
rapporto segnale/rumore sia diverso alle diverse lunghezze d’onda. Purtroppo,<br />
questo è il caso <strong>del</strong> CCD impiegato nella versione <strong>del</strong>lo “SpectraCube” in nostro<br />
possesso: EEV-37, 512x512 pixels “frame-transfer”. In particolare, esso ha una<br />
risposta veramente bassa alle lunghezze d’onda <strong>del</strong> blu, ragione per cui, pur<br />
impiegando filtri correttori blu, la camera non dà dati utili sotto i 430 nm. Inoltre,<br />
la presenza di molti dispositivi ottici (un obbiettivo esterno e due interni)<br />
contribuisce a peggiorare la qualità <strong>del</strong>la funzione di trasferimento totale, in<br />
particolare la compensazione “cromatica”.<br />
Per queste ragioni la qualità <strong>del</strong>le immagini spettrali ottenute con questa versione<br />
<strong>del</strong>lo strumento non è risultata adeguata ai dipinti d’arte e in effetti la camera<br />
interferometrica è stata poco usata per l’analisi di casi reali. Invece, essa è stata<br />
usata e viene usata tuttora per lo studio de<strong>gli</strong> spettri di fluorescenza dei materiali<br />
pittorici di stesure campione, poiché, a parità di altre condizioni, uno strumento<br />
interferometrico offre un’efficienza ottica maggiore rispetto ad uno a reticolo o a<br />
prisma (vantaggio di Jaquinot) ed è quindi più adatto ad analizzare deboli<br />
luminescenze [7].<br />
A parte i difetti <strong>del</strong>la particolare prima versione <strong>del</strong>lo strumento sopra menzionati,<br />
il sistema interferometrico si è dimostrato di uso pratico. Il pregio maggiore è<br />
quello di poter adattare risoluzione e numero di bande alla misura specifica<br />
semplicemente variando la programmazione <strong>del</strong>l’ampiezza e <strong>del</strong> numero dei passi<br />
angolari <strong>del</strong>lo specchio.<br />
La risoluzione massima ottenibile col particolare strumento varia da ∼2 nm (a 430<br />
nm) a ∼20 nm (a 900 nm), con circa 200 bande.<br />
4. Scanner iperspettrale<br />
L’Opificio <strong>del</strong>le Pietre Dure è depositario di un’esperienza vastissima nel campo<br />
<strong>del</strong>la diagnostica non invasiva sulle opere d’arte. L’<strong>atti</strong>vità dei suoi laboratori<br />
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