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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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<strong>La</strong> <strong>politica</strong> <strong>mediterranea</strong> dell’Italia: <strong>continuità</strong> e <strong>cambiamenti</strong><br />

Köhler, la cui periodizzazione della <strong>politica</strong><br />

di sicurezza italiana nel Mediterraneo mostra<br />

come, ad una fase (gli anni settanta) in<br />

cui si tentò senza troppo successo di promuovere<br />

l’allargamento dell’influenza <strong>politica</strong><br />

della Cee verso l’area <strong>mediterranea</strong> e mediorientale<br />

allo scopo di affrontare i problemi<br />

della regione con una strategia “europea”<br />

15 , sia seguita (nella prima metà degli<br />

anni ottanta, in concomitanza con l’inasprimento<br />

del conflitto Est-Ovest) una “fase americana”,<br />

nella quale si cercò, “attraverso<br />

uno stretto legame alla <strong>politica</strong> <strong>mediterranea</strong><br />

degli Stati Uniti” e “un adattamento anticipato<br />

ai prevedibili interessi americani”, di<br />

accrescere sia l’importanza regionale dell’Italia,<br />

sia il suo valore posizionale all’interno<br />

dell’Alleanza atlantica come possibile<br />

“partner per una divisione de facto del lavoro<br />

al di fuori del territorio Nato” 16 .<br />

Le difficoltà incontrate nel perseguire ad<br />

un tempo gli obiettivi propri e quelli americani,<br />

rese più acute dalla disparità di vedute<br />

a proposito del terrorismo arabo - palesatasi<br />

in modo clamoroso in occasione della<br />

crisi dell’“Achille <strong>La</strong>uro” e, poco più tardi,<br />

del bombardamento americano della Libia -<br />

indussero il governo italiano a riorientarsi<br />

(nella seconda metà degli anni ottanta) verso<br />

la prospettiva di una “europeizzazione”<br />

della propria <strong>politica</strong> <strong>mediterranea</strong>, soprattutto<br />

in materia di sicurezza. Ma (all’inizio<br />

degli anni novanta) la guerra del Golfo mutò<br />

bruscamente il quadro di riferimento della<br />

<strong>politica</strong> italiana nel Mediterraneo, indirizzandola<br />

nuovamente, anche a motivo dell’accresciuta<br />

vulnerabilità del nostro paese nei<br />

mutati scenari del dopo-guerra fredda, verso<br />

un assoggettamento rigoroso ai disegni<br />

strategici dell’alleato statunitense.<br />

<strong>La</strong> ricostruzione di Köhler si ferma qui.<br />

Volendo completarla, si potrebbe osservare,<br />

insieme con <strong>La</strong>ura Guazzone, come a partire<br />

dalla metà degli anni novanta, sotto l’impulso<br />

dei governi di centrosinistra, l’Italia sia<br />

venuta caratterizzandosi non soltanto per<br />

una crescente propensione a dialogare, al<br />

fine di promuoverne il reinserimento nella<br />

comunità internazionale, con quei paesi problematici<br />

dell’area <strong>mediterranea</strong> (Iran, Iraq,<br />

Libia) cui da parte americana si continuava<br />

a guardare con malcelato sospetto come a<br />

delle “canaglie” dedite all’acquisizione di<br />

armi di distruzione di massa e strettamente<br />

implicate nelle trame del terrorismo internazionale,<br />

ma anche per l’adozione di iniziative<br />

diplomatiche che “appaiono ancorate ad<br />

una visione più organica e coerente degli<br />

interessi nazionali nell’area <strong>mediterranea</strong>, e<br />

al loro perseguimento in modo autonomo,<br />

15 Il basso profilo della <strong>politica</strong> <strong>mediterranea</strong> dell’Italia di questi anni - contraddistinti da<br />

“un filoarabismo represso, a tratti più esplicito con Fanfani ed essenzialmente difensivo con<br />

Moro, che sdrammatizza nel 1970 l’esodo forzato degli italiani dalla Libia e cerca di schivare,<br />

non senza esito, l’offensiva terroristica dell’attivismo arabo-palestinese” (LUDOVICO INCISA<br />

DI CAMERANA, op. cit., p. 186) - è testimoniato dal seguente episodio: quando, al vertice di<br />

Algeri del novembre 1973, i paesi arabi produttori di petrolio decisero di dividere i paesi del<br />

mondo in “amici”, “nemici” e “neutrali”, a seconda della posizione da essi assunta riguardo<br />

al contenzioso arabo-israeliano (e, in particolare, durante la guerra del Kippur), l’Italia non<br />

fu inserita in nessuna delle tre liste, venendo letteralmente “dimenticata” (cfr. ISTITUTO AFFARI<br />

INTERNAZIONALI, L’Italia nella <strong>politica</strong> internazionale, 1973-74, Milano, Comunità, 1974,<br />

p. 140).<br />

16 MARTIN KÖHLER, Sicurezza nel Mediterraneo. <strong>La</strong> <strong>politica</strong> italiana nel contesto dell’Alleanza<br />

Transatlantica, in “Giano”, a. V, n. 13, 1993, p. 117.<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 9

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