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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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Giovanni, Lorenzo, Gioacchino e gli altri<br />

sione dei sentimenti più intimi, la “Grande<br />

Storia”, invece, non appare che una volta,<br />

quando Gioacchino, in una lettera scritta nel<br />

novembre 1872 da Lépange, nel dipartimento<br />

dei Vosgi, segnala al fratello che sono caduti<br />

“da 10 a 12 cm di neve nel giorno di San<br />

Martino” e che “il paese è pieno di soldati<br />

prussiani”, prima di concludere: “E quando<br />

pensi di andare a casa. Io il tempo mi duro<br />

di andare a casa”.<br />

Venditori di pavimentazioni in cemento<br />

Le lettere familiari rappresentano quasi la<br />

metà del nostro corpus: sedici su trentacinque.<br />

Gli altri diciannove pezzi sono lettere dell’impresa<br />

Pont-Ollion-Nicolet di Grenoble.<br />

Questa, per riprendere i termini precisi dell’intestazione<br />

della carta da lettera, era “incaricata<br />

della vendita di piastrelle per pavimentazione<br />

e altri prodotti della Società dei<br />

cementi Vicat e Cie” con “agenzie lavorative<br />

a Parigi e nelle principali città”.<br />

Le lettere conservate da Giovanni permettono<br />

di cogliere i rapporti che i fratelli Novello<br />

intrattenevano con l’impresa di Grenoble,<br />

di cui Ada Lonni già aveva sottolineato<br />

la straordinaria importanza per l’emigrazione<br />

postuese in Francia alla fine del<br />

XIX secolo 4 .<br />

Ricordiamo, per analogia, i rapporti che,<br />

alla fine del secolo precedente, avevano con<br />

le manifatture inglesi i Manchester men,<br />

venditori che andavano a proporre nell’intero<br />

paese i nuovi prodotti della società per<br />

la quale lavoravano 5 .<br />

Giovanni, Gioacchino e gli altri sono, dunque,<br />

“uomini di Pont-Ollion-Nicolet”, sempre<br />

designato nelle lettere tra i fratelli e i cugini<br />

come “il padrone”.<br />

Installati più o meno stabilmente in una<br />

città, essi prospettano la possibilità di utilizzare<br />

i prodotti della società Vicat. I lavori<br />

di costruzione o di rifacimento di chiese forniscono<br />

prospettive interessanti 6 : fra i documenti<br />

ritrovati c’è anche il progetto di pavimentazione<br />

della chiesa di Lencloître (Vienne),<br />

ai cui lavori parecchie lettere del 1874<br />

fanno riferimento.<br />

Nell’agosto dello stesso anno, Lorenzo,<br />

in una lettera al fratello Giovanni, parla del<br />

cantiere della chiesa di Chemillé sur Indrois,<br />

la cui costruzione procura molto lavoro “così<br />

come St. Etienne a Tours”.<br />

Assieme alla “croce”, anche “la spada”<br />

offre allettanti possibilità in quegli anni nei<br />

quali la Terza Repubblica sta ricostituendo<br />

l’apparato militare francese.<br />

Nel novembre 1874 Agostino Useo segnala<br />

al cugino Giovanni che da tre mesi lavora<br />

per le caserme di Tolosa; Nicolet, da parte<br />

sua, in una lettera dell’agosto ’74, raccomanda<br />

a Giovanni, allora stabilito a Tours,<br />

“i lavori da eseguire al Pritaneo militare di<br />

<strong>La</strong> Flèche, che, se saranno ben eseguiti, potranno<br />

procurarcene molti altri”.<br />

Quando l’ordinazione di un lavoro è stata<br />

trasmessa, l’agente di Pont-Ollion-Nicolet<br />

ne assicura l’esecuzione, provvedendo direttamente<br />

ad assumere gli operai necessari,<br />

a cominciare dai parenti e dai compatrioti.<br />

Nel novembre 1874 Agostino Useo manda<br />

così suo fratello Giuseppe dal cugino Gio-<br />

4 Cfr. ADA LONNI, Storia, fatti e volti dell’emigrazione postuese. Parte II: storie di emigranti,<br />

in “Vita Postuese”, a. X, n. 10, 1991-1992.<br />

5 LAURENCE FONTAINE, Histoire du colportage en Europe, Paris, Michel, 1993.<br />

6 “Sapete che più di un quarto delle chiese francesi furono costruite nel XIX secolo, mentre<br />

quasi la metà di queste chiese furono ingrandite o profondamente rinnovate?”, NADINE-JOSETTE<br />

CHALINE, Delle chiese a migliaia, in “L’Histoire”, n. 199, maggio 1996.<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 113

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