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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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attività dell’Istituto<br />

approssimativi, data l’impossibilità di consultare<br />

le fonti militari e quindi la difficoltà<br />

di stilare elenchi precisi delle formazioni nazifasciste<br />

presenti sul territorio. Nello stesso<br />

periodo, a pochi giorni dall’attuazione del<br />

piano insurrezionale, le forze partigiane presenti<br />

nella I zona Cvl “Biellese” (comprendente<br />

anche il Vercellese) erano organizzate<br />

in sei brigate “Garibaldi”, inquadrate della<br />

V e nella XII divisione, una brigata “Giustizia<br />

e libertà”, una brigata di polizia e due<br />

brigate Sap, per un totale di circa cinquemila<br />

uomini, con un armamento notevolmente<br />

inferiore.<br />

Liberata Biella il 24 aprile e Santhià la sera<br />

del 25, la liberazione di Vercelli avvenne il<br />

26, grazie all’azione congiunta della 182 a brigata,<br />

della XII divisione e della brigata Sap<br />

“Boero”, che costrinsero i tedeschi alla resa<br />

e i fascisti alla fuga, bloccata poi dai partigiani<br />

valsesiani a Castellazzo Novarese nella<br />

notte tra il 27 e il 28 aprile.<br />

Le fotografie di Luciano Giachetti “Lucien”<br />

e Adriano Ferraris “Musik”, commentate<br />

da <strong>La</strong>ura Manione, hanno fornito una<br />

testimonianza diretta dell’arrivo dei partigiani<br />

a Vercelli, della loro permanenza in città e<br />

delle sfilate del 1 e del 13 maggio 1945, a Liberazione<br />

ormai avvenuta, quando la popolazione<br />

poté esercitare, per la prima volta dopo<br />

decenni, il proprio diritto di partecipazione<br />

a libere manifestazioni.<br />

Manione ha posto l’accento sulla spontaneità<br />

e libertà dello sguardo dei fotografi,<br />

che ben si comprende mettendo a confronto<br />

la novità linguistica delle loro immagini<br />

(invadenza dei primi piani, utilizzo ricorrente<br />

del mosso e dello sfocato) con le ingessate<br />

fotografie della propaganda di regime, e<br />

ha evidenziato come l’unicità del corpus fotografico<br />

resistenziale di Giachetti consista<br />

nell’intrecciarsi di rappresentazione e autorappresentazione,<br />

essendo egli fotografo e<br />

partigiano insieme, quindi spettatore e allo<br />

stesso tempo attore degli eventi che ritrae.<br />

Martedì 3 aprile si è tenuta la lezione conclusiva<br />

del corso, sul tema “I sentieri della<br />

libertà tra Po, Dora Baltea e Monferrato”,<br />

con interventi di Alessandra Cesare e Marilena<br />

Vittone, docenti e ricercatrici storiche.<br />

Alessandra Cesare ha evidenziato il rilievo<br />

naturalistico e storico del territorio di confine<br />

compreso tra Po, Dora Baltea e Monferrato,<br />

rivalutato grazie ad un progetto mirante<br />

ad educare ai luoghi soprattutto le giovani<br />

generazioni. <strong>La</strong> valorizzazione di itinerari<br />

che, a partire da Crescentino, toccano i<br />

vicini comuni di Saluggia nel Vercellese, di<br />

Gabiano, Moncestino e Villamiroglio in provincia<br />

di Alessandria, di Verrua Savoia e<br />

Brusasco in provincia di Torino, di Robella<br />

d’Asti in provincia di Asti, agevolmente<br />

percorribili a piedi, a cavallo, in mountain bike<br />

e, in alcuni casi, anche in canoa, rende<br />

possibile il recupero di una zona fino ad ora<br />

esclusa dai circuiti escursionistici più noti,<br />

molto varia e interessante dal punto di vista<br />

della fauna e della flora. <strong>La</strong> presenza sul territorio<br />

di enti quali l’Ecomuseo della Pietra<br />

da Cantoni, il Parco fluviale del Po alessandrino<br />

e il Parco fluviale del Po torinese, oltre<br />

alla creazione del progetto “Biomonf”, che<br />

ha l’obiettivo di compiere una completa catalogazione<br />

della biodiversità nell’area delle<br />

colline del basso Monferrato, dimostra la<br />

molteplicità di possibilità offerte da un paesaggio<br />

estremamente ricco e diversificato.<br />

Marilena Vittone, ricostruendo gli eventi<br />

che hanno interessato il territorio di confine<br />

tra le province di Vercelli, Torino, Alessandria<br />

e Asti durante gli anni della Resistenza,<br />

ha ricordato la presenza, all’indomani<br />

dell’8 settembre, di molti soldati sbandati<br />

e giovani renitenti, sottrattisi ai bandi di<br />

arruolamento della Rsi, nonché di prigionieri<br />

alleati in fuga dai campi di prigionia del Vercellese.<br />

In questo contesto si costituì una<br />

rete di solidarietà tra le popolazioni conta-<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 123

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