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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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<strong>La</strong> <strong>politica</strong> <strong>mediterranea</strong> dell’Italia: <strong>continuità</strong> e <strong>cambiamenti</strong><br />

Il primo ha a che fare con la mai abbastanza<br />

biasimata “mania della presenza”, con cui<br />

ci si riferisce al desiderio quasi ossessivo<br />

dei nostri governanti di partecipare sempre,<br />

comunque e dovunque ai consessi internazionali<br />

e di “velare la nostra inesistenza <strong>politica</strong><br />

[...] con gesti che sottolineino agli occhi<br />

degli stranieri, ma soprattutto degli italiani,<br />

la ‘presenza’ dell’Italia sulla scena internazionale”<br />

51 - desiderio che, se viene frustrato,<br />

mette capo a sterili invettive nei confronti<br />

di immaginari complotti volti a sancire<br />

la marginalizzazione dell’Italia ma, se trova<br />

soddisfazione, raramente ci fa guadagnare<br />

in prestigio e credibilità, poiché “noi vogliamo<br />

essere presenti, ma in un certo senso si<br />

dovrebbe aggiungere che ci accontentiamo<br />

soltanto di essere presenti” 52 . Piuttosto che<br />

di “mania della presenza”, o di “<strong>politica</strong> della<br />

sedia”, bisognerebbe tuttavia parlare, nel<br />

caso di Berlusconi, di “<strong>politica</strong> della sede”,<br />

o di “catering diplomacy”, dato che una delle<br />

principali preoccupazioni del suo governo<br />

è stata quella di “trasformare il paese nel<br />

cuore cerimoniale della <strong>politica</strong> internazionale”<br />

53 : si pensi, per rimanere in ambito mediterraneo,<br />

al fallito tentativo di barattare<br />

l’accoglienza dei tredici miliziani palestinesi<br />

prigionieri nella basilica della Natività di<br />

Betlemme con l’organizzazione di una Conferenza<br />

internazionale per la Palestina da tenersi<br />

a Roma, e alle successive, reiterate offerte<br />

di ospitare in Italia, ad Erice, una Conferenza<br />

di pace per il Medio Oriente 54 .<br />

Il secondo vizio, ben più grave, ha a che<br />

fare, invece, con “quello che si potrebbe chiamare<br />

il verbalismo della <strong>politica</strong> estera italiana:<br />

dichiarazioni ed affermazioni a cui finiamo<br />

purtroppo per credere noi stessi, ma<br />

a cui non tiene dietro che ben poco di concreto”<br />

55 . Di questo “verbalismo”, gravido<br />

di conseguenze assai nocive per la credibilità<br />

internazionale dell’Italia, la <strong>politica</strong> <strong>mediterranea</strong><br />

del governo Berlusconi ha offerto<br />

fulgidi esempi, il più noto dei quali è forse<br />

quello relativo alla proposta di sostenere<br />

economicamente il popolo palestinese attraverso<br />

un massiccio programma di aiuti, il cosiddetto<br />

“piano Marshall per la Palestina”,<br />

il quale però, com’è stato giustamente osservato,<br />

oltre a tradire “una visione riduttiva<br />

delle rivendicazioni politiche palestinesi”,<br />

peccava di anacronismo, configurandosi<br />

come “una tipica iniziativa destinata a<br />

consolidare la pace una volta che sia fatta”,<br />

ma che “nel mezzo del conflitto è invece solo<br />

destinata a restare nel cassetto” 56 . Del vizio<br />

del “verbalismo” hanno risentito pure i rap-<br />

51 ALTIERO SPINELLI, Problemi e prospettive della <strong>politica</strong> estera italiana, in MASSIMO<br />

BONANNI (a cura di), <strong>La</strong> <strong>politica</strong> estera della Repubblica italiana, Milano, Comunità, 1967,<br />

vol. I, p. 70.<br />

52 PIETRO QUARONI, Chi è che fa la <strong>politica</strong> estera in Italia, in M. BONANNI (a cura di), op.<br />

cit., vol. III, p. 811.<br />

53 L. PISTELLI - G. FIORE, op. cit., p. 144.<br />

54 Berlusconi è però anche quello che, sulla scia dei timori suscitati dai tragici fatti del G8<br />

di Genova, propose di spostare in Africa il vertice Fao previsto per l’autunno 2001 a Roma,<br />

accompagnando la proposta con un frase “destinata, anche per la sua lapidaria e popolaresca<br />

icasticità, a rimanere, nonostante l’ormai ricco repertorio, celebre: ‘Abbiamo già dato’...”<br />

(B. BONGIOVANNI, op. cit., p. 49).<br />

55 P. QUARONI, op. cit., p. 817.<br />

56 R. ALIBONI, <strong>La</strong> <strong>politica</strong> estera del governo Berlusconi, in A. COLOMBO - N. RONZITTI (a<br />

cura di), L’Italia e la <strong>politica</strong> internazionale. Edizione 2003, cit., pp. 87-88.<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 21

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