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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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attività dell’Istituto<br />

didattiche), un importante progetto ancora<br />

allo stadio embrionale: la creazione di un<br />

sentiero polifunzionale e tematico legato alla<br />

fuga degli ex prigionieri alleati verso la<br />

Svizzera dopo l’8 settembre.<br />

Il “sentiero degli inglesi”, della durata<br />

complessiva di 25 chilometri, ma organizzato<br />

in moduli di più comoda percorrenza, intende<br />

ricostruire, attraversando i comuni di<br />

Grignasco, Valduggia e Borgosesia e toccando<br />

le frazioni di Ara, Colma, Maretti, Castagnola,<br />

Rasco, Fenera Annunziata e Cascina<br />

Cesare, gli eventi degli ultimi mesi del<br />

1943, quando i prigionieri inglesi alloggiati<br />

al mulino Jannetti e utilizzati come forza lavoro<br />

alla cava Colombino, dopo essere rimasti<br />

nascosti nelle frazioni della zona per qualche<br />

tempo, furono condotti in salvo in Svizzera,<br />

affrontando un pericoloso percorso<br />

che da Varallo portava ad Alagna, alla Grand<br />

Alt, al col d’Olen, alla capanna Gnifetti e da<br />

qui, attraverso il colle del Lys e il ghiacciaio<br />

del Grenz, fino a Zermatt.<br />

Con la realizzazione di questo ambizioso<br />

progetto l’Ente Parco intende dare il proprio<br />

contributo alla conservazione della memoria<br />

di eventi storici così significativi e ricordare<br />

l’intervento solidale della popolazione,<br />

in particolare di Aldo De Paulis, che organizzò<br />

la traversata degli ex prigionieri esponendosi<br />

in prima persona.<br />

I sentieri della libertà nel Vercellese<br />

Il corso “I sentieri della libertà nel Vercellese”,<br />

organizzato in quattro incontri, si è tenuto<br />

a Vercelli, nell’aula magna dell’Istituto<br />

tecnico industriale.<br />

Martedì 20 marzo, nella lezione inaugurale,<br />

Enrico Pagano, dopo aver illustrato le finalità<br />

del progetto “<strong>La</strong> memoria delle Alpi”,<br />

si è concentrato sul tema dei prigionieri alleati<br />

(australiani, neozelandesi, nordafricani)<br />

che, dopo l’8 settembre ’43, in fuga dai<br />

campi di concentramento, cercarono di mettersi<br />

in salvo raggiungendo la Svizzera, o<br />

decisero di unirsi al movimento partigiano,<br />

o rimasero imboscati fino alla fine della guerra.<br />

In particolare, a Vercelli operò il campo<br />

di prigionia Pg 106, attivo dal marzo del ’43<br />

e ospitante, in numerosi sottocampi, oltre<br />

milleseicento prigionieri, spesso utilizzati<br />

per il lavoro agricolo. Risolti i problemi pratici<br />

di orientamento e vestiario grazie all’aiuto<br />

di comitati spontanei sorti a questo scopo<br />

(i futuri Cln), i prigionieri che intendevano<br />

fuggire in Svizzera raggiungevano Alagna,<br />

e di qui Macugnaga e il passo del monte<br />

Moro o seguivano altre direttrici, quali il<br />

passo di Baranca e il passo della Dorchetta<br />

in val Mastallone.<br />

Nella seconda parte della lezione, incentrata<br />

sulla partecipazione dei vercellesi al<br />

movimento resistenziale, Pagano, servendosi<br />

di dati numerici relativi alla suddivisione<br />

dei resistenti per qualifiche, età, aree di<br />

provenienza, professioni, nonché ai periodi<br />

di più intensa adesione alle formazioni, al<br />

loro colore politico e alla partecipazione femminile,<br />

ha tracciato un preciso quadro del<br />

partigianato, da cui emerge in particolare la<br />

giovane età dei resistenti (per la maggior<br />

parte tra i 18 e i 21 anni), la presenza rilevante<br />

di appartenenti a formazioni autonome<br />

(ferma restando la prevalenza di garibaldini),<br />

il maggiore afflusso nel mese di giugno del<br />

’44, data la scadenza a fine maggio dei bandi<br />

di arruolamento della Rsi, e una percentuale<br />

significativa di donne resistenti, perlopiù<br />

provenienti dal mondo dell’industria e del<br />

terziario. L’incontro si è concluso con la presentazione<br />

dei sentieri della libertà fino ad<br />

ora allestiti in Valsesia nell’ambito del progetto<br />

“<strong>La</strong> memoria delle Alpi”, corredati lungo<br />

il percorso da pannelli illustrativi degli<br />

aspetti naturalistici, storici e resistenziali che<br />

li caratterizzano e particolarmente rilevanti<br />

da un punto di vista didattico.<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 121

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