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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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Hirschman, necessaria nell’indagine della<br />

contemporaneità. Rivedere significa anche<br />

riaprire pratiche polverose per leggerle alla<br />

luce della sensibilità cangiante dell’occhio<br />

contemporaneo. Si tratta di uno strumento<br />

essenziale al lavoro dello storico, scrive Angelo<br />

d’Orsi, e il revisionismo “come tutti gli<br />

ismi [...] indica un movimento, un’idea programmatica”<br />

34 .<br />

E si potrebbe aggiungere ai due fattori<br />

qualificanti l’ismo per d’Orsi (movimento e<br />

idea programmatica), che questo porta sempre<br />

con sé un assoluto, un ideale non mediabile.<br />

Ecco motivato il manifestarsi di un<br />

revisionismo strumentale, bieco uso politico<br />

della storia. L’ismo ci parla di sclerotizzazione<br />

dei concetti: un pensiero nasce, ad<br />

un certo punto diventa ismo e si ingessa in<br />

un dato numero di significati chiusi. I molti<br />

ismi dell’Occidente, per natura sono strumenti<br />

di manipolazione culturale. Ai cantori<br />

della fine dell’ideologia nella <strong>politica</strong>, che in<br />

gran numero si sono issati sulle rovine del<br />

muro di Berlino a declamare teorie favolistiche,<br />

lo studioso Michael Freeden ha recentemente<br />

ricordato seccamente che: “<strong>La</strong> concezione<br />

dell’ideologia come dogma, come<br />

ismo chiuso e astratto, è una pia illusione”;<br />

Franco Bergoglio<br />

una generalizzazione, frutto ancora appetibile<br />

delle vecchie logiche della guerra fredda<br />

35 . Un’idea consolatoria, utile magari a<br />

bollare qualcosa che non piace come ideologico,<br />

nella convinzione che basti un simile<br />

marchio d’infamia da solo ad eliminare il<br />

concetto sgradito, con una operazione sicuramente<br />

più semplificatoria che non il<br />

constatare - appunto - che tutto è ideologia.<br />

Il tempo non si è mai fermato dopo un<br />

evento, per importante che esso fosse o<br />

sembrasse ai suoi contemporanei. <strong>La</strong> storia<br />

non ha mai interrotto il suo corso e il carburante<br />

ideologico non è mai venuto meno.<br />

Eppure il relativismo, bastione del pensiero<br />

occidentale, dovrebbe averci insegnato che<br />

ogni qualvolta si scelga di utilizzare un ismo<br />

si corre sempre il rischio di cadere in un assoluto.<br />

È giunto il momento di interrogarsi sull’ismo<br />

come categoria a sé stante, permeabile,<br />

prismatica del pensiero occidentale e<br />

delle sue turpitudini teoriche 36 , per rubare<br />

una felice espressione ad Althusser. Ben<br />

sondati, gli ismi potrebbero svelarci qualcosa<br />

della storia futura e molto del nostro passato.<br />

34 AA.VV., Gli storici si raccontano, a cura di Angelo d’Orsi, Roma, Manifestolibri, 2005,<br />

p. 7.<br />

35<br />

MICHAEL FREEDEN, Ideologie e teoria <strong>politica</strong>, Bologna, il Mulino, 2000, p. 33.<br />

36<br />

LOUIS ALTHUSSER, L’avvenire dura a lungo, Parma, Guanda, 2002, p. 373.<br />

38 l’impegno

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