La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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Discorso a parte merita il nazismo. Papa<br />
Giovanni Paolo II, in più discorsi e nel suo<br />
libro “Memoria e identità”, lo ha definito il<br />
“male assoluto” del XX secolo, marcando<br />
una diversità rispetto al comunismo, con<br />
una serie di distinguo tra i due 15 . Eppure<br />
l’ansia di unirli sotto il termine di totalitarismo,<br />
di schematizzare, non abbandona la<br />
pubblicistica liberale. Risultano assurde<br />
certe forzature a semplificare la storia sotto<br />
il segno dell’importantissimo ismo dei totalitarismi.<br />
Ismo che, brandito come una clava<br />
<strong>politica</strong>, finisce per svuotarsi di ogni senso.<br />
Anticomunismo<br />
Se per molti il comunismo significava la<br />
necessità storica, per gli ultra conservatori<br />
invece il suo crollo ha segnato la fine della<br />
storia. Oggi l’ismo - se lo intendiamo come<br />
pratica <strong>politica</strong> di successo - non è assolutamente<br />
racchiuso in una qualche variante<br />
del comunismo, ma nel suo contrario, l’anticomunismo,<br />
inteso come arma ideologica<br />
residuale, a volte ridotta a mero insulto. L’anticomunismo<br />
è stato il grande contributo<br />
reaganiano alla <strong>politica</strong> fin de siècle.<br />
Il presidente americano è riuscito a far<br />
trionfare la necessità di armarsi contro il<br />
pericolo comunista in un momento storico<br />
nel quale esso non poteva realisticamente<br />
essere considerato tale. L’anticomunismo di<br />
Reagan era il negativo di una fotografia del<br />
libero mercato, un atto di fede nel liberismo<br />
totale. Reagan riuscì a scippare l’idea di progresso<br />
alle sinistre, sostituendo all’aggettivo<br />
sociale quello liberale. L’anticomunismo<br />
di Reagan era un corollario strumentale<br />
all’ideologia della totale libertà d’impre-<br />
Franco Bergoglio<br />
sa, contrapposta ad una teoria dello stato<br />
che lo vedeva privato di ogni tipo di velleità<br />
sociale. Questa pesante ideologia conservatrice<br />
è stata furbescamente agganciata al<br />
pilastro, fondamentale per l’America, della<br />
libertà individuale. Coadiuvata dal thatcherismo,<br />
ha affondato l’altro fondamentale<br />
principio repubblicano di bene comune e di<br />
solidarietà sociale.<br />
Riformismo<br />
Altro termine della <strong>politica</strong> caro invece ad<br />
una parte di sinistra e trasversale alle epoche,<br />
maquillage buono per ogni stagione,<br />
è il riformismo. Già negli anni trenta esso veniva<br />
aspramente attaccato da chi sperava<br />
nella possibilità di cambiare la società. Rifletteva<br />
amareggiato Horkheimer che: “Rifiutando<br />
di porre radicalmente in discussione<br />
i presupposti, su cui questa società si<br />
regge, essi (i socialdemocratici tedeschi,<br />
nda) sono degenerati in un riformismo ibrido<br />
di liberalimo e di marxismo dove tutto<br />
diventa impregnato dello stesso grigio del<br />
relativismo, dello storicismo e del sociologismo<br />
e a screditare tutti i concetti determinati<br />
e le opinioni” 16 .<br />
Il riformismo moderato della socialdemocrazia<br />
è il contraltare dell’estremismo comunista.<br />
Il riformismo, triturando tutti gli ismi -<br />
spiega ancora Horkheimer - giunge ad una<br />
indeterminatezza di pensiero che non offre<br />
più una possibilità di critica ed è inutile a<br />
chi cerca un cambiamento in positivo della<br />
società.<br />
Il riformismo è dominato da una concezione<br />
partitica e da una prassi delle classi dirigenti<br />
opposta a quella leninista. Per Lenin<br />
15 GIOVANNI PAOLO II, Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni, Milano,<br />
Rizzoli, 2006.<br />
16 ANTONIO PONSETTO, Max Horkheimer, Bologna, il Mulino, 1981, p. 114.<br />
32 l’impegno