La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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ANGELA REGIS<br />
Storia e memoria di una comunità in guerra<br />
Boccioleto nella seconda guerra mondiale<br />
2006, pp. 200, € 10,00<br />
Il volume è uno di quei rari studi che scelgono di concentrare la propria attenzione<br />
su una comunità locale, creando un ampio quadro del rapporto che vi fu tra la seconda<br />
guerra mondiale e la comunità di Boccioleto e del rapporto che vi è oggi fra<br />
la guerra e coloro che la combatterono.<br />
<strong>La</strong>vorando lungo due binari, quello degli avvenimenti (frutto sia delle ricerche d’archivio,<br />
sia delle interviste) e quello della memoria, l’autrice valuta i fatti e i ricordi gli<br />
uni alla luce degli altri, in una visione caleidoscopica che consente di arrivare a<br />
significative conclusioni.<br />
Dai racconti dei testimoni emerge un atteggiamento di rassegnazione degli abitanti<br />
di Boccioleto nei confronti del fascismo, visto come una forza alla quale era impossibile<br />
opporsi, subita dai più e che restò sempre in superficie, senza penetrare mai<br />
nel profondo del tessuto sociale. Quando scoppiò il conflitto, tutti partirono, convinti<br />
di non potersi sottrarre al proprio destino, per combattere una guerra che non<br />
capivano e che non condividevano, vissuta come un’assurdità.<br />
L’8 settembre 1943 è ricordato dai testimoni con dolore e con rabbia: molti furono<br />
fatti prigionieri dai tedeschi; chi riuscì a tornare a casa, per la prima volta si ribellò<br />
al potere costituito, imboscandosi quando la Rsi cercò di formare un suo esercito.<br />
Allo stesso modo si opposero alla Repubblica sociale le nuove leve, che non risposero<br />
ai bandi di novembre e di dicembre ma che, in primavera, viste le intimidazioni<br />
alle famiglie da parte dei nazifascisti, si presentarono al Distretto militare. Furono<br />
pochi coloro che scelsero l’insurrezione armata.<br />
Durante la guerra in paese la vita continuò a fluire con gli stessi ritmi. Nonostante<br />
le tante partenze e i mutamenti politici, il tessuto sociale non si lacerò mai e Boccioleto,<br />
nel suo complesso, fu capace di sopportare tutti i disagi e di andare avanti con<br />
una certa stabilità.<br />
Secondo le testimonianze, invece, coloro che avevano vissuto la guerra in prima<br />
persona uscirono dal conflitto tutt’altro che indenni: tornarono a casa con un pesante<br />
bagaglio di emozioni dolorose cui dare sfogo, ma furono presto indotti al silenzio,<br />
perché il paese voleva dimenticare e tornare ad una vita tranquilla.