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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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date a nulla. Moranino e il Pci, comunque,<br />

sembra avessero accettato di attenuare gli<br />

attacchi a livello personale. Ad ogni modo,<br />

la comunicazione dell’ambasciata ceca del<br />

9 dicembre 1954 in risposta alla nota di protesta<br />

di febbraio, dichiarava che i cechi disapprovavano<br />

gli attacchi personali e intendevano<br />

collaborare in particolare su questo<br />

aspetto. Questa posizione fu accettata dal<br />

governo italiano e la campagna contro la Cecoslovacchia<br />

cessò.<br />

Durante il periodo che va dalla fine del<br />

1954 al 1958, “Oggi in Italia” sembra aver<br />

goduto di un periodo di stabilità. Troviamo<br />

una serie di illuminanti notizie per capire il<br />

percorso intrapreso da “Oggi in Italia” in<br />

questo periodo, in una lettera scritta da Antonio<br />

Natoli. Natoli era tornato in Italia nel<br />

1957 e la lettera era indirizzata a Renato Mieli<br />

e Giulio Pastore, entrambi membri del Pci di<br />

grado elevato, responsabili degli affari esteri<br />

25 .<br />

In questo periodo “Oggi in Italia” trasmetteva<br />

otto volte al giorno e ogni programma<br />

aveva la durata di mezz’ora. Di questi otto<br />

programmi, cinque erano trasmessi in onde<br />

medie (alle 19.00, 20.22, 20.30, 22.00 e 23.30)<br />

e tre in onde corte (7.30, 12.45, 17.30). <strong>La</strong><br />

redazione era costituita da undici persone.<br />

Il programma in onde medie era sempre diverso.<br />

Le informazioni per i programmi arrivavano<br />

all’incirca mezz’ora prima del programma<br />

stesso ma, sovente, solo pochi minuti<br />

prima o addirittura durante il programma<br />

stesso. <strong>La</strong> fonte principale d’informazione,<br />

per gli affari italiani, era il collegamento<br />

telefonico con la “sede centrale” (probabilmente<br />

si riferisce alla sede centrale del Pci<br />

in via delle Botteghe oscure a Roma). Per<br />

questioni internazionali si servivano di Ra-<br />

Philip Cooke<br />

dio Londra, Radio Mosca e di corrispondenti<br />

a Berlino e in altri “paesi socialisti”.<br />

Due fra gli undici membri della redazione<br />

ascoltavano e traducevano. Altre fonti erano<br />

i giornali (con “L’Unità”, che arrivava tre<br />

giorni dopo la pubblicazione) e documenti<br />

di partito. Natoli notava che i mezzi di informazione<br />

utilizzati dalla “redazione” non erano<br />

soddisfacenti; il problema maggiore era<br />

quindi rappresentato dalla mancanza di immediatezza.<br />

Natoli continuava poi parlando dell’entità<br />

con la quale il programma era seguito.<br />

Sebbene sulla questione non esistesse una<br />

ricerca sistematica, Natoli era in grado di<br />

fornire vari pezzi d’informazione. <strong>La</strong> radio<br />

ceca riceveva dall’Italia tra le 1.000-1.500 lettere<br />

al mese e circa la metà di queste indirizzate<br />

a “Oggi in Italia”, che chiedevano maggiori<br />

informazioni sull’Italia oltre a programmi<br />

più lunghi. I compagni raccontavano come<br />

il programma fosse seguito in tutta Italia,<br />

ma specialmente al Sud e nelle campagne<br />

del Centro e del Nord Italia. Sovente, il<br />

programma fu trasmesso in “luoghi di pubblico<br />

ritrovo”. Natoli osservava, soprattutto,<br />

che “Oggi in Italia” fu ascoltata nei luoghi<br />

in cui la propaganda del partito non arrivava<br />

o arrivava tardi. Che l’indice d’ascolto<br />

del programma rappresentasse un problema<br />

assai serio per il governo italiano, fu dimostrato<br />

dai costosi tentativi per bloccare la<br />

diffusione in onde medie nell’area di Roma<br />

(con il progetto di estendere il blocco all’Emilia-Romagna).<br />

Di conseguenza, Natoli<br />

era in grado di sostenere che “Oggi in Italia”<br />

era un “valido strumento di propaganda che<br />

va seguito e potenziato”. Tuttavia, tra il<br />

gruppo di “Oggi in Italia” il morale era basso<br />

e la domanda più ricorrente era: “Il P[ar-<br />

25 APCI, 0452, 1.734-1.740. In seguito Natoli lavorò per la Rai e divenne corrispondente<br />

a Mosca.<br />

48 l’impegno

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