La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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ni hanno parlato di ossessione. Non sono<br />
d’accordo, non vi è nulla di nevrotico negli<br />
intenti formativi di Secchia.<br />
Vi è da un lato la scelta di ricavarsi un canale<br />
di rapporto il più diretto possibile con<br />
le giovani generazioni, ai tempi in cui era un<br />
dirigente di primissimo piano del Pci e poi<br />
di costruirsi uno spazio di azione <strong>politica</strong> al<br />
momento della sua emarginazione dal gruppo<br />
dirigente del partito. E dall’altro vi è la<br />
tensione per la formazione e per l’educazione<br />
- come ho detto, un’educazione più “della<br />
volontà” che della cultura - che passa attraverso<br />
la vivificazione, che però mai è idolatria,<br />
di quelli che ho chiamato gli esempi<br />
del passato ed in particolare gli esempi dei<br />
giovani del passato. Esempi letti attraverso<br />
gli occhi del bisogno di verità che trova realizzazione<br />
in Secchia nella sua grande onestà<br />
intellettuale. Un’onestà che lo pone sempre<br />
ad interrogarsi sulle posizioni degli altri: va<br />
detto che Secchia nel Pci fu uno dei pochi<br />
che cercò davvero di capire le posizioni dei<br />
giovani sessantottini, che mai avversò. Capire<br />
ed insegnare a capire, modestamente,<br />
senza pompa, coinvolgendo le emozionalità<br />
attraverso il ricordo, la memoria dei vincitori<br />
e dei vinti del passato, la loro dedizione<br />
ed il loro agire politico, sociale e culturale,<br />
attraverso, lo ripeto, il loro esempio: questo<br />
è ciò che Secchia ha fatto.<br />
Egli non fu un pensatore politico vero e<br />
proprio, non formulò dei contributi tali da<br />
poter essere definiti “dottrina” - come inve-<br />
Marco Albeltaro<br />
ce fece Togliatti ad esempio - ma il suo pensiero<br />
è vivificato, come ci suggerisce Angelo<br />
d’Orsi, dalla sua straordinaria biografia 76 .<br />
Una biografia di rivoluzionario professionale,<br />
di militante indefesso, di uomo di parte,<br />
di uomo che stette anche e forse spesso dalla<br />
parte sbagliata, ma che ebbe sempre il coraggio<br />
di scegliere e di pagare in prima persona<br />
i pegni che da quelle scelte derivarono.<br />
Secchia, abbiamo visto, sprona i giovani<br />
a seguire l’esempio dei coraggiosi e lui fu,<br />
piacciano o meno le sue posizioni, un coraggioso.<br />
Concludendo il suo intervento ad un<br />
Comitato centrale della Fgci nel 1952 stimolando<br />
i giovani ad essere coraggiosi, citò<br />
Jaurès il quale affermava: “Il coraggio non<br />
consiste nell’abbandonare nelle mani della<br />
forza la soluzione dei conflitti che la ragione<br />
può risolvere [...]; il coraggio per tutti voi<br />
giovani amici è di sopportare senza piegare<br />
le prove di ogni genere fisiche e morali che<br />
la vita prodiga. [...] Il coraggio consiste nel<br />
comprendere il proprio scopo, precisarlo e<br />
approfondirlo. [...] Il coraggio consiste nell’amare<br />
la vita e nell’affrontare la morte con<br />
sguardo tranquillo; [...] il coraggio consiste<br />
nell’agire, nel votarsi alla grande causa senza<br />
sapere quale ricompensa riserva al nostro<br />
grande sforzo il profondo universo. Il coraggio<br />
consiste nel cercare la verità e nel<br />
dirla; il coraggio consiste nel non subire la<br />
legge della menzogna trionfante che passa”<br />
77 . Proprio così Jaurès fu coraggioso e<br />
lo fu certamente anche Pietro Secchia.<br />
76 ANGELO D’ORSI, Tra storia e <strong>politica</strong>. Pietro Secchia, antifascista e comunista, in<br />
“Avvenimenti”, n. 17 (29 aprile -5 maggio), 2005.<br />
77 JEAN JAURÈS, Discours à la jeunesse (1903), ora in ID, Textes choisis, Paris, l’encyclopédie<br />
du socialisme, 2003, per la citazione pp. 112-114. <strong>La</strong> traduzione è probabilmente dello stesso<br />
Secchia, tranne per la terza affermazione, la cui traduzione è mia. È significativo il richiamo<br />
a Jaurès, anch’egli impegnato, durante tutta la sua esperienza <strong>politica</strong> ed intellettuale, nell’educazione<br />
dei giovani francesi ai valori del socialismo.<br />
70 l’impegno