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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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saggi<br />

JACQUES PREVOSTO<br />

Giovanni, Lorenzo, Gioacchino e gli altri<br />

Storie di emigrazione postuese in Francia *<br />

“Erano tre fratelli e venivano da laggiù,<br />

dal paese delle montagne”<br />

(Max Gallo, “<strong>La</strong> baie des anges”, 1975)<br />

Tutti, certamente, a Postua, conoscono<br />

Anna e Mario Belotti, ma pochi, forse, sono<br />

al corrente che, nei lavori di sistemazione<br />

della loro accogliente casa di Roncole, hanno<br />

trovato un tesoro.<br />

Se fra i lettori c’è qualche membro della<br />

Guardia di Finanza, non si metta ad aprire<br />

un’inchiesta: il tesoro, infatti, è costituito<br />

solo da vecchie carte, lettere soprattutto, affidate<br />

in parte alla severa critica dei topi.<br />

Certo, però, che per chi ama la storia della<br />

propria famiglia e del proprio paese d’origine,<br />

quelle trentacinque lettere sono, indubbiamente,<br />

un tesoro: esse furono scritte o<br />

ricevute da un uomo che visse a cavallo fra<br />

Ottocento e Novecento, nato a Postua nel<br />

1839, partito per la Francia negli anni sessanta,<br />

negli anni dell’unità d’Italia, e tornato<br />

intorno al 1880 al paese natale, dove morì<br />

nella sua casa di Roncole nel 1913. Era il mio<br />

bisnonno e si chiamava Giovanni Novello.<br />

Quelle sue lettere, vero e proprio “archivio<br />

degli umili”, che gli storici sovente hanno<br />

così grande difficoltà a ritrovare, vanno dal<br />

1869 al 1880 e si riferiscono al periodo del<br />

soggiorno francese di Giovanni. Sua era la<br />

casa acquisita e restaurata tanti anni dopo<br />

dai coniugi Belotti, ai quali va un caloroso<br />

ringraziamento per aver immediatamente<br />

colto l’importanza di quel ritrovamento<br />

(quanti avrebbero buttato quelle carte polverose<br />

nella stufa?) e di averlo trasmesso<br />

ai discendenti di Giovanni.<br />

Emigrare non significa rompere col<br />

proprio passato<br />

<strong>La</strong> partenza di Giovanni da Postua risale<br />

almeno al 1867. In quell’anno, infatti, gli fu<br />

rilasciato, il 4 aprile, “in nome di Sua Maestà<br />

Vittorio Emanuele II Re d’Italia”, un passaporto<br />

per la Francia.<br />

L’uomo, ventisettenne, un metro e sessantuno<br />

d’altezza, occhi grigi, barba e capelli<br />

neri, è indicato come “muratore giornaliero”<br />

e, probabilmente, non era al suo primo soggiorno<br />

in Francia.<br />

In ogni caso, il suo spostamento ben s’inseriva<br />

in quegli itinerari già assai esplorati<br />

dai buscarin e carbunin delle generazioni<br />

precedenti: ne è testimonianza un libretto di<br />

lavoro rilasciato nel 1813 ad Alberto Zochetto<br />

1 , carbonaio, nato a Postua, dipartimento<br />

della Sesia, dal Municipio di Pré St. Didier,<br />

* Traduzione dal francese di Claudio Martignon.<br />

1 Matilde Novello (1830-1907), zia di Giovanni, aveva sposato Pietro Zochetti (1817-1883),<br />

l’impegno 111

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