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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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Pietro Secchia, i giovani e il valore dell’esempio nell’esperienza formativa<br />

trice della società” e, pur riconoscendo che<br />

“esistono pure le generazioni e i conflitti tra<br />

le generazioni”, essi “si inseriscono e si fondono<br />

nella lotta di classe” 8 . Conclude perciò<br />

Secchia affermando: “Non si può a parere<br />

mio opporre la lotta di classe alla lotta<br />

tra generazioni” 9 . È qui in Secchia la volontà<br />

di ricondurre organicamente ed ortodossamente<br />

ogni fenomeno politico al ruolo da<br />

esso ricoperto all’interno dei rapporti di classe,<br />

mantenendo la lotta di classe come sostrato<br />

della storia. Con questo approccio<br />

Secchia - va detto - scade talvolta in schematismi<br />

piuttosto rozzi che hanno nel bisogno<br />

di classificazione e di “sistemazione”<br />

degli avvenimenti la loro origine.<br />

Uno strumento di affabulazione che Secchia<br />

sembra utilizzare spesso quando si rivolge<br />

ai giovani è la citazione dell’eroico<br />

esempio di loro coetanei in situazioni significative<br />

del passato: la Resistenza innanzitutto<br />

e poi la Rivoluzione d’ottobre, ma anche<br />

gli esempi di coerenza rivoluzionaria<br />

presenti nella storia del partito ed in parti-<br />

colare, tra essi, l’esempio dei militanti della<br />

Federazione giovanile.<br />

I giovani sono impetuosi ma anche egoisti<br />

Tra le caratteristiche giovanili che Secchia<br />

mette in luce vi sono sia le “virtù” 10 che i<br />

“difetti” 11 . Tra le prime vengono annoverati<br />

“lo slancio, il coraggio, il disinteresse, lo spirito<br />

di sacrificio per una causa” 12 , tra i secondi,<br />

dovuti alla natura intrinseca della<br />

condizione di giovinezza che induce al “bisogno<br />

di prendere molto e dare poco” 13 ,<br />

Secchia iscrive la compresenza di atteggiamenti<br />

idealisti ed altri egoistici: all’entusiasmo<br />

si accompagna l’insensibilità, alla generosità<br />

la crudeltà, ma anche la facile obbedienza<br />

“all’impeto della violenza” 14 , oltre<br />

ad un amore per la libertà che è in particolare<br />

rivolto alla propria libertà ed una scarsa<br />

considerazione del valore della vita, soprattutto<br />

quando si tratta di quella altrui 15 .<br />

Queste premesse realiste (e non pessimiste)<br />

conducono Secchia ad affermare l’importanza<br />

del ruolo dell’educazione <strong>politica</strong>,<br />

8 Ibidem.<br />

9 Ibidem.<br />

10 Ibidem.<br />

11 Idem, p. 125.<br />

12 Ibidem. Secchia ricorda in questo senso che “non è certo un caso che tutte le rivoluzioni<br />

e i moti insurrezionali di cui si ha memoria siano stati compiuti da uomini e da partiti giovani”<br />

(idem, p. 126). Analoghe osservazioni sono reperibili anche nel Discorso al Comitato centrale<br />

della Federazione giovanile comunista italiana del 31 ottobre 1952, durante il quale<br />

afferma: “I giovani, tutti noi lo sappiamo, hanno sviluppato in modo particolare alcune<br />

qualità che sono l’elemento fondamentale comune di tutta la gioventù. Queste sono: l’amore<br />

ardente per la libertà, l’amore per la lotta, per lo sforzo, per il sacrificio; l’entusiasmo del<br />

giovane per tutto ciò che è bello, nuovo, grande, vitale e coraggioso” in ENRICO BERLINGUER<br />

- PIETRO SECCHIA, Per la gioventù per l’Italia per il socialismo, Roma, Edizioni Gioventù<br />

nuova, 1952, p. 74; e ancora, nella stessa sede, egli avverte: “Queste qualità che comunemente<br />

si dicono ‘innate’ nei giovani, devono essere però ben orientate affinché la gioventù non<br />

diventi preda e strumento delle forze conservatrici, dell’azione cattolica, della reazione che<br />

nel passato riuscirono spesso ad ingannare la gioventù”, idem, pp. 74-75.<br />

13 P. SECCHIA, Lotta antifascista e giovani generazioni, cit., p. 125.<br />

14 Ibidem.<br />

15 Ibidem.<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 57

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