La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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tale il compito storico svolto dalle avanguardie<br />
sullo scenario della <strong>politica</strong> e, si è già<br />
detto, di come egli ritenga la gioventù una<br />
sorta di avanguardia naturale del movimento<br />
operaio e comunista.<br />
In secondo luogo, egli mantiene sempre<br />
un vivo interesse per la necessità di coniugare<br />
il momento individuale con quello di<br />
massa. Nella sua visione, i due piani (l’individuo<br />
e la massa) si devono concatenare<br />
senza che i bisogni e le aspirazioni dell’uno<br />
vadano a scapito dell’altro. Secchia ritiene,<br />
a mio avviso, che la condizione di superamento<br />
dell’individualismo possa avvenire<br />
solo nel momento in cui gli individui si sentiranno<br />
partecipi e le loro istanze rappresentate<br />
dal movimento di massa. Da ultimo, come<br />
già è stato sottolineato precedentemente,<br />
per Secchia è centrale il compito storico<br />
del partito e la sua funzione di sintesi 72 e<br />
contemporaneamente di organizzazione<br />
egemonica dei movimenti, al fine di costruire<br />
uno sbocco politico per istanze che altrimenti<br />
rimarrebbero esclusivamente testimonianze<br />
di dissenso.<br />
I giovani si conquistano con la verità<br />
Secchia invita sempre i giovani, come abbiamo<br />
visto, ad affinare lo spirito critico attraverso<br />
lo studio e la comprensione diretta<br />
degli eventi per non farsi ingannare e, allo<br />
stesso tempo, invita il partito a conquistare<br />
i giovani attraverso la verità, come avrà modo<br />
di ripetere in diverse occasioni. Se “dire<br />
la verità è rivoluzionario”, come affermava<br />
<strong>La</strong>ssalle, Secchia è sicuramente rivoluzionario.<br />
Egli non mitizza gli avvenimenti: la Re-<br />
Marco Albeltaro<br />
sistenza ad esempio, non la definisce un movimento<br />
di massa, quanto piuttosto l’azione<br />
di un’avanguardia che include in sé le migliori<br />
aspirazioni della classe operaia e delle<br />
soggettività sinceramente democratiche.<br />
Nei discorsi di Secchia fin qui citati non si<br />
trovano mai mistificazioni propagandistiche.<br />
Vi è sicuramente l’enfasi del comiziante<br />
e la passione del testimone diretto di molti<br />
degli avvenimenti di cui si occupa, ma è sempre<br />
compresente la volontà di presentare i<br />
fatti nella loro interezza, senza iperboli. È<br />
presente insomma quella consapevolezza<br />
del valore dell’esempio che, in quanto tale,<br />
può spronare le coscienze senza il bisogno<br />
di eccessi retorici. E poi, va detto, Secchia è<br />
lontanissimo dai tentativi di mistificazione<br />
storica proprio per il rigore testimoniato anche<br />
nella sua attività di storico ed in particolare<br />
di storico che si confronta con le fonti<br />
e coi documenti prima che coi propri ricordi.<br />
<strong>La</strong> verità assurge insomma per Secchia a<br />
valore politico, in un’epoca, la sua, carica<br />
di mistificazioni e nella quale il revisionismo<br />
stava iniziando a muovere i suoi primi e rapidi<br />
passi. Una verità semplice, perfino scarna<br />
talvolta. Egli aveva appuntato nel suo<br />
diario una nota significativa, a testimonianza<br />
della sua repulsione per la menzogna: “Sono<br />
tra coloro cui la verità piace nuda” 73 .<br />
Non va inoltre dimenticata l’importanza<br />
che Secchia attribuisce alla propaganda. Si<br />
tende spesso ad assegnare a questo elemento<br />
un valore negativo, quasi ad identificarlo<br />
con l’indottrinamento. Secchia concepisce<br />
la propaganda, in linea col pensiero<br />
comunista tradizionale, come uno strumento<br />
per provocare quel disincanto delle mas-<br />
72 Egli scrive: “<strong>La</strong> vita militante degna di essere vissuta è un continuo sforzo di sintesi<br />
tra un perfetto (ammesso che sia ‘perfetto’ ciò che tale non è mai) irreale e un reale imperfetto,<br />
in altre parole tra la teoria e la pratica” (idem, p. 151).<br />
73 P. SECCHIA, Quaderno n. 7. <strong>La</strong> morte di Togliatti, in Archivio Pietro Secchia 1945-<br />
1973, cit., p. 549; la nota porta la data del 30 agosto 1964.<br />
68 l’impegno