La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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sura fascista ancora non particolarmente<br />
soffocante.<br />
<strong>La</strong> guerra, alla quale la popolazione venne<br />
preparata con largo anticipo mediante la<br />
costruzione di rifugi antiaerei e la diramazione<br />
di precise istruzioni cui attenersi in caso<br />
di bombardamenti, si ripercosse sulla vita<br />
quotidiana dei biellesi con il razionamento<br />
dei viveri, il coprifuoco, il divieto di ascoltare<br />
trasmissioni radio che non fossero dell’Eiar<br />
e le limitazioni alla libera circolazione<br />
delle persone, restrizioni intensificatesi con<br />
il procedere del conflitto, in particolare dopo<br />
l’8 settembre 1943, con l’arrivo dei tedeschi<br />
in città, e i primi attacchi partigiani (il 7 dicembre<br />
del 1943 la prima azione partigiana<br />
in città, a carattere dimostrativo, comportò<br />
la distruzione della tipografia Sateb).<br />
<strong>La</strong> svolta drammatica, che nessuno avrebbe<br />
potuto immaginare dopo la giornata di<br />
attività dell’Istituto<br />
festa del 26 luglio 1943, quando i biellesi<br />
scesero in piazza per festeggiare la caduta<br />
di Mussolini, si ebbe con gli eccidi del 22<br />
dicembre 1943 e del 4 giugno 1944, quando<br />
furono fucilati rispettivamente sette partigiani<br />
in piazza San Cassiano (oggi San Giovanni<br />
Bosco) e ventidue giovani (tredici<br />
partigiani e nove civili) in piazza Quintino<br />
Sella (ora piazza Martiri), i cui corpi furono<br />
lasciati esposti per tre giorni.<br />
Vaudano ha infine ricordato, tra gli altri<br />
luoghi della città particolarmente significativi<br />
negli anni della guerra e della Resistenza,<br />
Villa Schneider, luogo di efferate torture<br />
compiute sui partigiani da membri delle Ss<br />
italiane che, pur riconosciuti responsabili di<br />
almeno due omicidi e condannati a lunghe<br />
pene detentive, nei primi anni cinquanta ritornarono<br />
in libertà.<br />
128 l’impegno