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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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non era propenso a cooperare con le autorità<br />

italiane. Al discorso di Fanfani si preparò<br />

una risposta da diffondere attraverso<br />

l’Agenzia di stampa ceca. <strong>La</strong> risposta iniziava<br />

criticando il fatto che l’Italia fosse membro<br />

della Nato. <strong>La</strong> Cecoslovacchia, d’altra<br />

parte, era un paese amico che nel 1947 aveva<br />

rinunciato alla legittima richiesta di risarcimento<br />

per danni di guerra; in questo modo<br />

i paesi democratici avevano voluto dimostrare<br />

la loro opposizione al fascismo. Per<br />

di più, il governo della Cecoslovacchia aveva<br />

firmato un accordo che permetteva a cinquemila<br />

lavoratori, che non avevano trovato<br />

occupazione in Italia, di prestare la loro<br />

opera nel paese come lavoratori stranieri.<br />

Ma, recentemente, il governo italiano lo aveva<br />

bloccato, forse nel timore che gli italiani<br />

potessero ritornare al loro paese d’origine<br />

e chiedere la stessa sorta di vantaggi sociali<br />

di cui godevano in Cecoslovacchia. I cechi,<br />

così continuava la risposta, apprezzavano<br />

molto il contributo dell’Italia alla cultura<br />

mondiale, ma questi sentimenti evidentemente<br />

non erano ricambiati, dal momento<br />

che ora gli italiani rifiutavano di concedere<br />

ai musicisti cechi l’ingresso nel loro paese.<br />

Un’attenzione particolare fu riservata alla<br />

questione di Franco Moranino. I cechi avevano<br />

ricevuto una richiesta di estradizione<br />

nel 1953 per un uomo che era stato giudicato<br />

colpevole, per sua ammissione, di aver<br />

emesso una sentenza su spie fasciste durante<br />

la guerra partigiana. Indipendentemente<br />

dal fatto che i cechi non avevano idea del<br />

luogo in cui si trovava Moranino, essi ritennero<br />

di aggiungere che la Costituzione<br />

del loro paese vietava espressamente l’estradizione<br />

di un individuo che aveva partecipato<br />

alla lotta contro il fascismo. Non è<br />

Philip Cooke<br />

chiaro se questa risposta fosse stata divulgata.<br />

Il Ksc, comunque, convenne che “Oggi<br />

in Italia” potesse continuare.<br />

Nel 1959 vi furono ulteriori partenze e<br />

nuovi arrivi. Secondo Sergio Mugnai, che<br />

lavorava come redattore per “Oggi in Italia”<br />

sotto lo pseudonimo di Sergio Sati, il tono<br />

polemico che aveva caratterizzato il programma<br />

per tutti gli anni cinquanta fu sostituito<br />

da un atteggiamento più ironico e<br />

obiettivo. Questo cambiamento coincideva,<br />

fra l’altro, con sviluppi in Italia. Nel 1960 l’affare<br />

Tambroni portò ad una successione di<br />

governi di centrosinistra e ad una modificazione<br />

dei modelli di potere fra i media. Nello<br />

stesso anno Palmiro Togliatti fece la sua<br />

prima apparizione in televisione e ci fu un<br />

generale ammorbidimento delle posizioni<br />

ufficiali nei confronti del movimento della<br />

Resistenza, che acquistò, in questo periodo,<br />

una nuova legittimità.<br />

Due individui, che non erano fuorusciti<br />

politici, si trasferirono a Varsavia e Budapest<br />

e altri due tornarono in Italia nel 1959.<br />

I nuovi arrivi erano Antonio e Nilde Calvi,<br />

Bruno de Toni e Annunziata Chirico 30 . In<br />

totale c’erano sedici così detti “internisti”<br />

e tre “esternisti”. Nella condizione di emigrati<br />

politici ne rimanevano solo tre: Tolomelli,<br />

Govoni e Pecorari. Oltre a questi tre,<br />

dobbiamo aggiungere il nome di Giorgio<br />

Gandini, che usava lo pseudonimo Michele<br />

Valle. Le vicissitudini di Gandini in Cecoslovacchia<br />

meritano qualche attenzione.<br />

Gandini aveva partecipato alla liberazione<br />

di Ferrara, sebbene all’epoca avesse solo<br />

quindici anni. Dopo la guerra aveva lavorato<br />

a Ferrara per un settimanale locale del partito,<br />

“<strong>La</strong> nuova scintilla”. Alla fine era diventato<br />

direttore del giornale nel 1950 ed era<br />

30 <strong>La</strong> lista completa di tutti gli pseudonimi dell’intero organico del 20 maggio 1959 si trova<br />

in 100/3, 53, 262, 89-91.<br />

50 l’impegno

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