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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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Pietro Secchia, i giovani e il valore dell’esempio nell’esperienza formativa<br />

idee fasciste viene motivata da Secchia, correttamente,<br />

come la risposta all’incitamento<br />

fascista all’azione patriottica, che finisce<br />

per tradursi in un uso spregiudicato della<br />

violenza, conducendo quei giovani tra “le<br />

avanguardie dello squadrismo” 22 .<br />

Secchia non idealizza perciò la gioventù<br />

ed è ben cosciente dell’importanza dell’educazione<br />

<strong>politica</strong> e di quale rilevanza essa<br />

abbia nell’edificazione di una nuova società.<br />

Il valore dell’esempio<br />

L’esempio dei grandi momenti, dei grandi<br />

eventi e dei grandi agenti della storia è per<br />

Secchia, abbiamo detto, uno strumento per<br />

incoraggiare i giovani e per instradare il loro<br />

agire politico.<br />

Il suo primo libro, composto a nome della<br />

Federazione giovanile comunista a ventisette<br />

anni e stampato a Berlino nel 1930 23 , è un<br />

testo che accompagna una serie di ipotesi<br />

politiche e programmatiche per il movimento<br />

giovanile comunista ad una sequela numerosissima<br />

di esempi: militanti devoti alla<br />

causa, giovani arrestati, denunciati, uccisi.<br />

È quel testo il primo nel quale Secchia formalizza,<br />

in modo ovviamente non dichiarato,<br />

la scelta di spronare all’azione, alla militanza,<br />

ma anche alla comprensione della situazione<br />

<strong>politica</strong> in corso e al disincanto attraverso<br />

un incitamento che, oltre alla ragione,<br />

colpisce l’emotività ed il senso di responsabilità<br />

di ciascuno, proprio ricorrendo<br />

alla memoria degli esempi virtuosi.<br />

Ancora nel suo ultimo scritto, a testimonianza<br />

dell’esistenza di un ideale “filo rosso”<br />

che attraversa tutta l’attività del Secchia<br />

educatore connettendone i vari momenti,<br />

mantiene questo metodo e gli esempi che<br />

cita riguardano in particolare il ruolo assunto<br />

dai giovani in frangenti storici cruciali: il<br />

ventiseienne rivoluzionario francese Saint-<br />

Just che “alla Tribuna della Convenzione<br />

[giudica] e [condanna] tutto un vecchio<br />

mondo imputridito e persino un re” 24 e poi<br />

ancora l’esempio di Bonaparte che, ventisettenne,<br />

era disprezzato dai generali austriaci<br />

“come sogliono fare in genere i vecchi<br />

verso i giovani perché essi credono che<br />

l’esperienza nella vita sia tutto e dimenticano<br />

che l’impeto, l’audacia, la vigoria dei giovani<br />

hanno spesso un valore decisivo” 25 ,<br />

ma anche la determinazione dei giovani comunardi<br />

e dei fautori del Risorgimento: ricorda<br />

Secchia che “oltre la metà dei Mille di<br />

Garibaldi erano Cacciatori delle Alpi, la cui<br />

età andava dai 17 ai 20 anni, e gli altri erano<br />

‘veterani’ che non superavano i 25 anni” 26 .<br />

Grandi esempi che secondo Secchia devono<br />

essere tenuti presente non per abbandonarsi<br />

ad inutili e cerimoniose agiografie,<br />

ma per coglierne gli aspetti positivi e propulsivi<br />

da rielaborare ed attualizzare. <strong>La</strong> Resistenza<br />

non viene qui inserita nell’elenco,<br />

ma è evidente che per Secchia essa è l’esempio<br />

più esemplare.<br />

Ma altra importante esperienza su cui Secchia<br />

invita i giovani a riflettere, fornendo<br />

loro gli strumenti per farlo, è quella del mo-<br />

22 Ibidem.<br />

23 P. SECCHIA, <strong>La</strong> lotta della gioventù proletaria contro il fascismo, sl, Edizioni della<br />

Federazione giovanile comunista d’Italia, 1930, volume realizzato in collaborazione con Cino<br />

Moscatelli, composto a Parigi e stampato a Berlino presso Verlag Jugendinternationale,<br />

reprint con prefazione di Andrea Margheri, Milano, Teti, 1975.<br />

24 ID, Lotta antifascista e giovani generazioni, cit., p. 126.<br />

25 Ibidem.<br />

26 Ibidem.<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 59

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