20.05.2013 Views

La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

torio numerose tracce di una religiosità che,<br />

innestatasi sui culti celtici, li assorbì a poco<br />

a poco, realizzando edifici religiosi che mantennero<br />

inizialmente i simboli precristiani,<br />

per poi affrancarsene nel corso dei secoli.<br />

Teatro nel Seicento di rivolte popolari contro<br />

i signori della famiglia Fieschi e coinvolta<br />

nella guerra di successione del Monferrato<br />

tra i duchi di Savoia e gli spagnoli di<br />

Milano, Postua vide nascere nel Settecento<br />

ed intensificarsi nell’Ottocento un flusso<br />

migratorio che portò boscaioli e carbonai<br />

prima e manodopera specializzata poi,<br />

verso la Svizzera e la Francia, fino ad arrivare<br />

all’insediamento all’estero, in particolare<br />

nella Francia occidentale, di abili imprenditori<br />

edili come i fratelli Novello, impresari del<br />

cemento originari della frazione Roncole.<br />

Orsi ha sottolineato il forte radicamento<br />

nel territorio di Postua di un socialismo dal<br />

volto pacifico e riformista e la scarsa influenza<br />

che il fascismo ebbe in Valsessera,<br />

nonostante il tentativo degli squadristi di<br />

Quarona di imporlo con la violenza delle distruzioni<br />

e dei saccheggi. All’indomani dell’8<br />

settembre, i giovani renitenti che si ritrovarono<br />

in montagna per sottrarsi ai bandi<br />

della Rsi, figli dei vecchi socialisti crevacuoresi<br />

e postuesi perseguitati dal regime con<br />

il carcere o l’esilio, si stabilirono prima a Noveis<br />

e poi in val Strona e, sotto l’esperta guida<br />

di Francesco Moranino “Gemisto”, cominciarono<br />

a dare vita ad un embrione di movimento<br />

resistenziale, organizzandosi nel distaccamento<br />

“Pisacane”.<br />

Nel dicembre 1943, con l’arrivo dei fascisti<br />

del 63 o battaglione della Guardia nazionale<br />

repubblicana, divenuto poi legione “Tagliamento”,<br />

la popolazione della Valsessera,<br />

che fino a quel momento aveva avuto<br />

limitati contatti con i gruppi di resistenti che<br />

si stavano organizzando sulle montagne,<br />

venne duramente colpita. Il 25 gennaio del<br />

1944, nel tentativo di porre fine alla prima<br />

attività dell’Istituto<br />

esperienza di governo partigiano, insediatosi<br />

a Postua dalla fine del mese di dicembre<br />

’43, i nazifascisti attaccarono il paese e, dopo<br />

aver costretto i partigiani a ritirarsi, lo sottoposero<br />

a un pesante rastrellamento, conclusosi<br />

con la devastazione di molte case,<br />

arresti, uccisioni di civili e la deportazione<br />

di tre persone (due delle quali non tornarono)<br />

nel campo di concentramento di Mauthausen.<br />

Col racconto di questi e altri episodi drammatici<br />

svoltisi nei mesi successivi, Orsi ha<br />

ricordato la lotta silenziosa e tenace contro<br />

la violenza fascista combattuta dalle comunità<br />

in guerra della Valsessera (a cominciare<br />

dai parroci e dalle suore che si schierarono<br />

con la Resistenza), che pagarono con un<br />

elevato tributo di sangue e sofferenza il proprio<br />

coinvolgimento.<br />

Nella quinta lezione del corso, svoltasi<br />

venerdì 11 maggio, Giuseppe Pidello e Marco<br />

Neiretti, consigliere scientifico dell’Istituto,<br />

hanno fornito un quadro della situazione<br />

della valle Elvo nel periodo della seconda<br />

guerra mondiale e, in particolare, del<br />

paese di Sordevolo.<br />

Dopo la proiezione fatta da Pidello del filmato<br />

“<strong>La</strong> Resistenza a Sala”, un’intervista<br />

a Elio Parlamento “Varzi” che, dopo l’8 settembre,<br />

decise di sottrarsi ai bandi di arruolamento<br />

della Rsi e fu tra i fondatori di uno<br />

dei primi distaccamenti del Biellese, il “Nino<br />

Bixio”, con sede alla cascina Varnej, Marco<br />

Neiretti ha affrontato il caso dell’elevata percentuale<br />

di deportati che si registrò nel comune<br />

di Sordevolo.<br />

Nel paese, a carattere prevalentemente operaio,<br />

data la presenza delle Officine meccaniche<br />

fondate negli anni dieci del Novecento<br />

da Felice Pedrazzo e poi consolidate e ampliate<br />

negli anni venti, nelle quali si era formata<br />

una manodopera specializzata altamente<br />

politicizzata, il fascismo non aveva avuto<br />

una agevole penetrazione.<br />

126 l’impegno

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!