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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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attività dell’Istituto<br />

istantanee scattate nei momenti di svago e<br />

negli incontri dei partigiani con la popolazione,<br />

che rappresentano uno spaccato di<br />

interesse sociale e culturale.<br />

Giovedì 15 marzo si è svolta la quarta lezione<br />

del corso, concentrata su Rassa e sugli<br />

eventi tragici di cui fu protagonista nel<br />

marzo del 1944, argomenti sviluppati dalle<br />

relazioni di Lorena Chiara, studiosa delle<br />

culture alpine, e Alessandro Orsi, dirigente<br />

scolastico dell’Istituto alberghiero “Pastore”<br />

di Varallo e storico.<br />

Lorena Chiara, servendosi di numerose<br />

immagini, ha compiuto un viaggio alla scoperta<br />

delle bellezze paesaggistiche e artistiche<br />

del paese e ha mostrato la ricchezza di<br />

testimonianze del passato che Rassa conserva,<br />

a ricordo dell’importanza che il paese<br />

ha rivestito nel corso dei secoli, soprattutto<br />

grazie al fatto di essere posto alla confluenza<br />

tra val Gronda e val Sorba, in una<br />

posizione particolarmente favorevole per i<br />

collegamenti e gli scambi, tanto con la Valle<br />

d’Aosta che con il Biellese.<br />

Il percorso proposto si è snodato tra i cantoni<br />

di Rassa, dal ponte seicentesco sul torrente<br />

Gronda, alla chiesa parrocchiale dedicata<br />

alla Santa Croce, alla segheria del Seicento,<br />

tappa del sentiero etnografico del legno<br />

inserito all’interno del progetto di ecomuseo<br />

di Rassa, fino ad arrivare allo straordinario<br />

patrimonio boschivo dell’alpe Sorba<br />

e dell’alpe Selvaccia e alla cava di marmo<br />

dell’alpe Massucco. Il viaggio si è concluso<br />

alla cappelletta di San Maurizio nella<br />

frazione Birch, che ancora porta i segni del<br />

colpo di cannone sparato dai tedeschi il 12<br />

marzo del 1944, e alla lapide al cimitero a ricordo<br />

dei partigiani caduti.<br />

Alessandro Orsi ha ricostruito gli eventi<br />

dell’inverno ’44, quando l’attacco condotto<br />

a metà febbraio dai nazifascisti contro i<br />

distaccamenti partigiani del Biellese costrinse<br />

i comandi ad operare lo sganciamento di<br />

oltre duecento uomini (tra cui giovani disarmati<br />

renitenti alla leva da poco unitisi ai partigiani)<br />

verso la Valsesia, a Rassa in particolare,<br />

considerata luogo sicuro e facilmente<br />

raggiungibile. Alle iniziali difficoltà di approvvigionamento,<br />

si aggiunse un’inaspettata<br />

nevicata alla fine di febbraio, che trasformò<br />

in una trappola quello che fino ad<br />

allora era stato un rifugio. Quando, il 12 marzo,<br />

decine di autocarri di truppe tedesche e<br />

fasciste si diressero verso Rassa per sferrare<br />

un attacco, i partigiani combattenti, dopo<br />

aver indicato ai disarmati la via di fuga per il<br />

Biellese attraverso la val Sorba, riuscirono<br />

a respingere il nemico. I militi, fermatisi a<br />

Rassa, il giorno successivo attaccarono i<br />

partigiani in fuga, che avevano imboccato<br />

erroneamente il sentiero verso la val Gronda<br />

e avevano perso i contatti con i compagni<br />

diretti verso il Biellese. Undici di loro,<br />

tra cui una donna, furono catturati e fucilati<br />

al cimitero di Rassa.<br />

In conclusione Orsi ha esposto un interessante<br />

ed evocativo parallelo tra i drammatici<br />

fatti di Rassa e le vicende di fra’ Dolcino<br />

e degli apostolici, che, nel marzo del<br />

1306, attaccati dalle truppe vescovili, compirono<br />

una marcia di arretramento dalla Parete<br />

Calva al Biellese, simile a quella compiuta<br />

dai partigiani oltre sette secoli dopo.<br />

<strong>La</strong> quinta lezione si è svolta lunedì 19 marzo,<br />

con l’intervento di Luca Perrone, docente,<br />

che, coadiuvato da Marco Veziaga, ha<br />

raccontato, avvalendosi anche di numerose<br />

immagini d’epoca e ambientali, l’impatto<br />

che la guerra e la Resistenza ebbero sulle<br />

comunità della val Sermenza, restituendo un<br />

quadro vivo della vita della popolazione,<br />

dagli anni venti e trenta fino al drammatico<br />

periodo del conflitto.<br />

<strong>La</strong> valle, interessata da un lento ma progressivo<br />

calo demografico e con un’economia<br />

caratterizzata in prevalenza dall’attività<br />

agro-pastorale (con la significativa eccezio-<br />

a. XXVII, n. s., n. 1, giugno 2007 119

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