La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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dignità di una considerazione autonoma.<br />
<strong>La</strong>sciati a se stessi potrebbero finire in balia<br />
di terribili semplificazioni della storia del<br />
Novecento. Iniziato il cammino di allontanamento<br />
dal secolo è inevitabile che lo<br />
sguardo più distante dai fenomeni storici<br />
porti a visioni d’insieme ampie, come capita<br />
a chi, procedendo per un cammino, osservi<br />
il panorama ingrandirsi e i particolari farsi<br />
piccoli. Ma se da un orizzonte che si allontana<br />
e sfuma man mano emergono degli ismi<br />
come visione riassuntiva, urge si dia inizio<br />
ad uno studio approfondito di questa nuova<br />
e prepotente categoria concettuale, oggi<br />
vieppiù giornalistica e addirittura canzonettistica,<br />
come abbiamo visto, ma forse in futuro<br />
chiave interpretativa per le grandi narrazioni.<br />
Epistemologia degli ismi<br />
Fermiamo queste rapide considerazioni<br />
introduttive ad una definizione meramente<br />
linguistica dell’ismo. Il lavoro non ha l’ampiezza<br />
e l’ambizione per configurarsi come<br />
uno studio metodico: procedere innanzi<br />
avrebbe comportato la necessità di circoscrivere<br />
o scegliere l’ambito, applicare un<br />
discrimine. L’ismo può indicare di volta in<br />
volta una malattia, un difetto fisico, un termine<br />
scientifico o un’attività sportiva e altro<br />
ancora, in uno spettro che copre dal ciclismo<br />
al turismo. In architettura, per citare<br />
un singolo campo dello scibile umano, ci<br />
sono decine e decine di ismi, ma - chissà per<br />
quali oscuri motivi - un rilevante stile quale<br />
è il liberty non è divenuto un ismo. Forse la<br />
risposta più semplice per eludere elegantemente<br />
le questioni semantiche è concludere<br />
che certi termini linguisticamente non<br />
funzionano. Se si fosse, ad esempio, conia-<br />
Franco Bergoglio<br />
to un termine come libertismo questo sarebbe<br />
finito per somigliare troppo a libertinismo<br />
e avrebbe spiegato poco e creato molta<br />
confusione.<br />
In un lavoro di diversa ampiezza e con<br />
altre risorse conoscitive ci si sarebbe dovuti<br />
inoltre confrontare con la virtuale infinitezza<br />
dell’ismo. Porsi la fondamentale domanda<br />
del perché l’uomo così spesso nella storia<br />
abbia sentito la necessità di assolutizzare<br />
un qualcosa trasformandolo in qualcos’altro.<br />
Ogni termine può potenzialmente<br />
essere o contenere in sé un ismo; ma non<br />
tutti nella storia lo sono diventati. Perché<br />
Franco, Peron e Stalin sono diventati ismi<br />
ma Mussolini no?<br />
Altri sono ismi in una lingua e non in<br />
un’altra. Pensiamo all’inglese criticism, in<br />
italiano critica, come nelle altre lingue romanze,<br />
ed anche nel tedesco: questa parola<br />
ora prende la forma in ismo ora no. Gli ismi<br />
trovano il loro limite più nelle leggi della linguistica<br />
che nel procedere dell’indagine filosofica.<br />
Ismi a risme: arte, filosofia...<br />
Dovendo limitare un lavoro potenzialmente<br />
sterminato, si è scelto di gettare un<br />
rapido sguardo panoramico su quegli ismi<br />
che, per il loro significato politico e ideologico,<br />
hanno dominato la storia del Novecento.<br />
Tra essi l’indagine si è rivolta esclusivamente<br />
ad alcuni noti e ad altri forse meno,<br />
con una arbitrarietà scusabile solo data la<br />
premessa di non esaustività.<br />
Il Novecento è stato anche l’epoca degli<br />
ismi artistici, insieme a quelli politici o filosofici.<br />
Chi ha provato a raccogliere solamente<br />
questi ultimi, ne ha facilmente elencati un<br />
paio di centinaia 4 .<br />
4 PETER SAINT-ANDRE, The Ism book. A field guide to the nomenclature of philosophy.<br />
Reperibile su internet: http://www.opencontent.org/openpub/.<br />
28 l’impegno