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La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti

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ti tutt’altro che tranquilli fra figlio e padre,<br />

accusato di dilapidare all’osteria il patrimonio<br />

familiare e i soldi che i figli gli mandano<br />

dalla Francia. Giovanni, che vorrebbe “mettere<br />

le cose a posto alla casa”, dichiara al<br />

fratello che è seriamente deciso a recarsi al<br />

paese all’arrivo dell’inverno. Non solo, però,<br />

per affrontare il padre, ma anche (o soprattutto!)<br />

per ritrovare la moglie, poiché:<br />

“Ho preso moglie per averne del piacere e<br />

se questo piacere non si prende quando si<br />

è giovani, è inutile essere al mondo”.<br />

Si è lontani, come si vede, dall’etica weberiana<br />

del lavoro che, invece, troviamo in larga<br />

misura in Gioacchino.<br />

<strong>La</strong> moglie di Giovanni, Angela Zochetto,<br />

non appare che marginalmente nell’archivio<br />

costituito dai documenti ritrovati. Angela ci<br />

viene rivelata dai sospiri del marito, che tradiscono<br />

forse più desiderio che amore, come<br />

si è potuto notare, oppure appare dalle notizie<br />

che danno di lei il padre o il fratello Gioacchino,<br />

quando passa da Postua. Non aveva<br />

forse imparato a scrivere? Le notizie della<br />

famiglia dovevano necessariamente passare<br />

attraverso i maschi di casa? Oppure le sue<br />

lettere non sono state conservate? Nessuna<br />

risposta è possibile, così come non potremo<br />

mai conoscere il contenuto di una lettera<br />

di cui è stata conservata soltanto la busta,<br />

indirizzata da Clermont-Ferrand “alla<br />

Signora Novello Angela, casa n. 1 a Postua<br />

Crevacuore (Alta Italia)”.<br />

È, cronologicamente (aprile 1880), l’ultima<br />

lettera del nostro archivio: forse annunciava<br />

il definitivo ritorno di Giovanni?<br />

Non posso che congetturarlo, fantasticando<br />

un poco.<br />

Epilogo<br />

In una data che resta, dunque, incerta,<br />

Giovanni tornò definitivamente a Postua,<br />

Jacques Prevosto<br />

dove ritrovò il padre, che morì nel 1887, e la<br />

moglie, con la quale portò le mucche e le<br />

capre da Roncole all’Albarei, “in su”. Era<br />

lassù, all’alpe di famiglia, che Gioacchino<br />

aveva trovato la cognata Angela quando<br />

era passato da Postua, in occasione del suo<br />

viaggio in Austria dell’estate 1873.<br />

Anche Lorenzo lasciò il mestiere di “applicateur<br />

de ciment Vicat” dopo aver preso<br />

moglie (forse proprio grazie a Giovanni, cui<br />

aveva affidato tale missione in una lettera<br />

al fratello che gli aveva manifestato l’intenzione<br />

di “andare a casa” nell’agosto 1875).<br />

Completamente diverso, come si sa, fu il<br />

destino di Gioacchino: da rappresentante<br />

divenne impresario a Tours e in questa città<br />

fece venire la moglie e le figlie. Solo agli<br />

inizi del XX secolo, ormai vedovo, ritornò<br />

definitivamente a Roncole, per vivere da rentier<br />

e da “notabile”.<br />

Fu anche austero benefattore e fece dono<br />

di una campana alla chiesa di Sant’Agata.<br />

Ma - ci pare significativo ricordarlo - non<br />

è a uno dei suoi generi che lasciò l’impresa<br />

di Tours, ma al figlio di suo fratello Giovanni:<br />

il nipote e figlioccio Giacomo Novello, i<br />

cui fratelli e sorelle erano partiti anch’essi<br />

al di là dei monti.<br />

Nel 1908, due anni prima del rientro di<br />

Gioacchino in Italia, Giovanni si recò a Brest<br />

per vedere figli e nipotini.<br />

Un fotografo fissò l’immagine dell’incontro:<br />

Giovanni, accanto ad Angela, figura al<br />

centro della foto come un patriarca dalla barba<br />

bianca, finalmente rasserenato nel crepuscolo<br />

della sua vita.<br />

Morì nel 1913.<br />

Forse diceva a se stesso che se i suoi figli<br />

si erano potuti integrare nella società<br />

francese, era perché lui, Giovanni Novello,<br />

aveva tracciato, attraverso la sua personale<br />

esperienza, così dolorosamente vissuta,<br />

una via più facile per loro.<br />

116 l’impegno

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