La politica mediterranea dell'Italia: continuità e cambiamenti
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corso alla Normale di Pisa, succede a Delio<br />
Cantimori. Qui di assoluto rilievo è il suo<br />
contributo al rifacimento dello statuto di<br />
Giovanni Gentile della scuola Normale (fondata<br />
nel 1810 da Napoleone) risalente al<br />
1931-32; e ciò nel pur breve volgere del ’63-<br />
64, periodo di permanenza del nostro all’università<br />
pisana. Sempre a Pisa, per la prima<br />
volta in Italia, Quazza organizza un ciclo<br />
di conferenze sulla storia dei partiti politici,<br />
invitando i principali protagonisti. Uno di<br />
costoro è Lelio Basso per i socialisti. Grande<br />
scalpore suscita la partecipazione nientemeno<br />
che di Palmiro Togliatti, segretario<br />
generale del Partito comunista italiano. Il fatto<br />
rappresenta una dirompente novità e alle<br />
accuse malevole egli risponde seccamente:<br />
“Non politicizzo ma storicizzo”, palesando<br />
non solo il gesto dell’onestà intellettuale -<br />
lui socialista democratico radicale - ma quello<br />
della lealtà nella fermezza aristocratica tagliente<br />
e asciutta alimentata da passione civile.<br />
Quazza, avvertito dalla meditazione di<br />
Gramsci su “Il Principe” di Machiavelli, è<br />
consapevole del ruolo di “novello principe”<br />
che va sempre più assumendo nella sfera del<br />
potere politico la signoria del soggetto partito,<br />
fino a porre la questione dell’autonomia<br />
del politico, che attraverserà incandescente<br />
il sommovimento antiautoritario del<br />
Sessantotto. Filisteo, tardivo e fin troppo<br />
scontato oggi conclamare che la “partitocrazia”<br />
(lemma, come peraltro “guerra civile”,<br />
appartenente una volta al lessico di destra),<br />
andati all’aria col refolo i partiti “leggeri”,<br />
avendo per proprio cromosoma l’estendersi<br />
e l’escludere, declinata sul paradigma del<br />
“gene egoista”, abbia condotto alla trasmutazione<br />
del ceto politico in oligarchia parassitaria<br />
lobbistica e per di più prolifica. Il tema<br />
dell’autoreferenzialità e autoperpetuazione<br />
della cosa, più che caldo si è fatto ormai marcescente.<br />
<strong>La</strong> mistificazione della <strong>politica</strong> e<br />
Francesco Omodeo Zorini<br />
l’abdicazione dei professionisti della <strong>politica</strong><br />
dalla Politica che indossi la maiuscola ha<br />
prodotto distacco dalla società, immodificabilità<br />
del proprio assetto, asserragliarsi protervo<br />
nei gangli del potere per il potere e il<br />
puro privilegio, spregio della democrazia di<br />
cittadinanza.<br />
Quazza succede a Piero Pieri come docente<br />
e quindi come preside di facoltà a Torino,<br />
portando con sé alcune delle più brillanti<br />
promesse della poliedrica cultura nazionale<br />
come Aristarco, Cases, Gallino, Castronovo.<br />
Pervaso dalla nozione forte di una comunità<br />
in cammino che si realizza nella ricerca,<br />
nella lotta, nel progetto, si terrà più vicino<br />
ai movimenti che ai partiti della sinistra,<br />
esemplare organizzatore di cultura, cultura<br />
alta, pur nella temperie dell’accesso al sommo<br />
bene dei saperi della moltitudine dei non<br />
egemoni. Cultura etico-civile. Parimenti emblematica<br />
la sua successione a Maurizio<br />
Parri alla guida dell’Istituto nazionale per la<br />
storia del movimento di Liberazione in Italia<br />
e della sua rete federativa, la più cospicua<br />
in Europa. Lui comandante partigiano<br />
giellista, la terza anima liberalsocialista e,<br />
congiuntamente, storico della Resistenza,<br />
tant’è che il suo “Resistenza e storia d’Italia”-<br />
endiadi che rende dal 1972 complementari<br />
e inscindibili i due monomi - è segnavia<br />
negli studi nel campo, sintesi e punto di<br />
snodo delle problematiche connesse, tuttora<br />
restando pietra miliare meritevole di ripristino<br />
concettuale e alacre sviluppo teorico.<br />
Diuturno uomo senza sonno (per la verità<br />
uno striminzito sesto delle ventiquattro<br />
ore dedicato al sonno per oltre mezzo secolo),<br />
rilascia da Mosso S. Maria, in un’imbreviatura<br />
datata 25 luglio 1989 (!), la definizione<br />
ambiziosa del proprio archivio e della<br />
propria biblioteca quale prodotto intellettuale<br />
costruito passo passo nello sforzo di rappresentare<br />
l’impegno etico-civile, di dar vita<br />
a un laboratorio di comunicazione e forma-<br />
108 l’impegno