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Testo - Antonio Ferrazzani

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anche perché frammista a considerazioni personali che spesso, e<br />

involontariamente, bordeggiavano. Considerazioni di più ampio<br />

respiro.<br />

Sua figlia era stata condannata dal marito alla sterilità. Mentre<br />

lì, ad Agami, sotto i suoi occhi, si svolgeva un dramma opposto a<br />

quello consumatosi lungo i canali di Amsterdam. Ed il contrasto<br />

dei desideri era tanto forte, così radicale, che sembrava comportare<br />

due visioni del mondo alternative.<br />

Una era quella di Jaap, che non sceglieva né vedeva il futuro<br />

ma se ne disinteressava semplicemente. Come di una lattina di birra<br />

vuota.<br />

I suoi già esigui dotti occidentali erano stati chiusi con un elegante<br />

e forse vezzoso fiocchetto. Magari di quei costosissimi materiali<br />

avveniristici che quasi sempre sono usati dagli astronauti<br />

per andare da qualche parte nel cosmo. E il suo progetto per il futuro<br />

era l'allargamento di un erotismo - anzi di vera e propria pornografia<br />

- al di là del Mediterraneo, affinché nuovi fruitori televisivi<br />

portassero denaro al suo conto in banca e a quelli degli altri<br />

implicati nell’affare. Affinché “rimanesse un tetto” sulle delicate<br />

teste della gente che dirigeva l’operazione e su quelle delle loro<br />

famiglie – forse esse stesse da tempo sterilizzate.<br />

Era così che Vij lo aveva citato.<br />

Quel progetto, guardandolo in un certo modo, addirittura poteva<br />

essere considerato un tentativo di dare una nuova risposta all'interrogativo<br />

su cosa significasse vivere. Ed era parte di un sistema<br />

di vita, di un momento storico che aveva già chiamato in<br />

aiuto l'ingegneria genetica per clonare questo o quel soggetto. E<br />

che adombrava la possibilità di produrre questa o quella parte del<br />

corpo per i trapianti. Oltre all’eutanasia.<br />

Era un modo di concepire la vita. A parte la schizofrenia della<br />

sterilità che conviveva con la clonazione, era l'uomo a gestire. Era lui<br />

in comando. Il padrone, e dava la vita e la morte.<br />

Era lui che interpretava l’esistere.<br />

Dall'altra parte, e in alternativa, il progetto di Mulid.<br />

L’alessandrino voleva un maschio – “almeno uno”, gli aveva<br />

detto. Che perpetuasse il suo nome, che lo aiutasse nella vecchiaia,<br />

che alimentasse le sue speranze di uomo. Che fosse la vita dopo la<br />

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