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Testo - Antonio Ferrazzani

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Ci sono ricerche che hanno un tempo preciso perché hanno<br />

un significato preciso. E si possono effettuare soltanto pagandole<br />

con il silenzio, con l’umiltà, e con il dolore. C’è un tempo per tutto,<br />

aveva scritto qualcuno. Quoelet?!<br />

Doveva essere attenta quando pensava a Dio.<br />

Però parlarne…<br />

Quindi una buia stanchezza la risucchiò nel vortice muto del<br />

proprio grembo.<br />

Quella notte un sogno ricorrente tornò a visitarla.<br />

Era a mare e nuotava a fianco di suo marito e di sua figlia<br />

quando, a un certo punto, vide un banco di grossi pesci che scivolavano<br />

nell'acqua. Vigorosi, robusti. Dai mantelli scuri ma con<br />

chiazze dorate, nuotavano con agile forza. Pesci grossi, forse di<br />

una sessantina di centimetri di lunghezza.<br />

Passarono tutti assieme accanto a un grande bacino. E mentre<br />

loro tre costeggiavano le reti di contenimento dell’ allevamento, i<br />

pesci presero a balzare a uno, a due alla volta al di là delle pareti di<br />

fitte maglie.<br />

Solo allora s’accorse che quelli che sembravano grossi individui<br />

robusti e sani erano invece attaccati da parassiti. Parassiti che le ricordavano<br />

le lamprede. Anzi, che erano lamprede! E ogni scazzone<br />

- ecco cos'erano quei pesci! -, rilucente nella sua livrea screziata<br />

di macchie d'oro, era attaccato e roso da alcune di esse, pur continuando<br />

a nuotare o a saltare al di là delle pareti del bacino.<br />

Quei pesci le comunicarono angoscia. E impiegarono poco<br />

tempo a tramutare il sogno in incubo con i loro fianchi rosi, o lacerati,<br />

crudelmente smangiati, attaccati dalle stesse alghe. Individui<br />

che, per quanto elegantemente saltassero dentro il paradiso ittico<br />

del vivaio, si portavano pur sempre - agganciati con terribili fauci -<br />

i loro giustizieri. Dai fianchi squarciati, dai corpi forati, in cui le<br />

bocche tonde e possenti dei ciclostomi aggressori, armate di innumerevoli<br />

denti labiali, avevano scavato condotti attraverso i<br />

quali ne divoravano i cuori. Che scavavano caverne che poi conducevano<br />

al vuoto, a un nulla tanto profondo da spaventare qualunque<br />

immaginazione.<br />

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