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Testo - Antonio Ferrazzani

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quando è breve, saltuaria, confortevole, priva di note drammatiche.<br />

A meno di essere una monaca.<br />

Il caffé non era cattivo, ma a quell’ora del giorno avrebbe preferito<br />

qualcosa di più corroborante. Qualcosa che la tirasse su. Più<br />

tardi; più tardi certamente. Quando le sue amiche sarebbero state<br />

anche loro nella stanza così ordinata da apparire dipinta.<br />

Nell’atmosfera morbida per la luce soffusa dei grandi appliques.<br />

E tornò ai suoi pensieri.<br />

Vivendo il suo quotidiano si accorgeva che l’ atteggiamento<br />

freddo e talvolta duro - quello che aveva definito il necessario cinismo<br />

che lei aveva dovuto esercitare per dirigere in modo efficace il settore<br />

di cui era stata responsabile -, era il comune punto di vista dei<br />

ragazzetti, ora. Chiunque era duro, tosto. Sempre sulla difensiva.<br />

Forse cosciente della propria debolezza, di quell’essere in qualche<br />

modo disarmato davanti alla vita.<br />

E quindi con la faccia - e il cuore - della guerra.<br />

Usava un’espressione forte, lontana dal suo effettivo significato<br />

- “necessario cinismo” -; che in qualche modo rappresentasse la<br />

freddezza austera e implacabile di chi pensa al bene comune e non<br />

a quello del singolo. Ma lì, di cinismo, non ve n’era punto. Poteva<br />

solo apparire così. Tuttavia la gente che la circondava, a volte, era<br />

davvero semplicemente e profondamente cinica. A loro, della comunità<br />

non gliene fregava niente. E i danni che subiva l’individuo<br />

non erano dovuti ai vantaggi che un gruppo avrebbe potuto trarne,<br />

ma piuttosto dipendevano dal loro personale interesse.<br />

Dal loro tornaconto.<br />

Era anche cambiato il senso dei danni, della giustizia; della vita<br />

e della morte. Delle volte sembrava tutto una gran confusione.<br />

Una grande dolorosa confusione.<br />

Il dolore era come un sito di internet in cui ci si imbatte a volte<br />

con una cieca paura; altre volte senza trarne emozioni ma cliccando<br />

in fretta per scivolare alla pagina successiva.<br />

Vi era tanto dolore dappertutto. Troppo.<br />

Era quello che produceva quel nuovo cinismo? Era il caso di<br />

un cane che si mordesse, ininterrottamente quanto inesorabilmente,<br />

la coda?<br />

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