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Testo - Antonio Ferrazzani

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Poi il telefono squillò, e per un attimo non seppe se fosse il<br />

cellulare o l'apparecchio di linea fissa. Una cosa stupida, incomprensibile,<br />

che pure a volte le accadeva. Quindi rispose.<br />

- Ciao, sono io. Scusa, siamo appena atterrati. Non c’era modo<br />

di raggiungerti…Sono partito in ritardo…E siamo partiti in ritardo<br />

con l’aereo. Poi la bufera ci ha sorpresi. Il pilota ha invocato<br />

non so quale articolo del regolamento internazionale di volo, ed<br />

ha cominciato a girare sopra Colonia. Per fortuna c’era abbastanza<br />

carburante perché dovevamo arrivare fino ad Amsterdam. Alla fine<br />

siamo scesi ed ho potuto attivare il cellulare. Tu come stai?<br />

- Bene…Ti aspettavo…ti aspettavamo. E ci siamo continuate<br />

a chiedere perché non telefonassi, e perché fossi partito con un<br />

giorno di ritardo. Ancora non capisco...<br />

- Non ora, amore. Non ho il carica-batterie nel bagaglio al seguito.<br />

E se mi si scarica quest’affare, non sarà facile mettermi in<br />

contatto con te.<br />

- All’aeroporto deve esserci un modo per caricarlo.<br />

- Certamente…farò il possibile. Ora ciao.<br />

La linea si interruppe.<br />

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