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Testo - Antonio Ferrazzani

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un'assoluta deregulation. Della deregulation nei confronti dell'assoluto.<br />

Dell’esistere in quanto tale.<br />

Ma anche nei confronti di ciascun uomo, di quell'essere divenuto<br />

“composto chimico senza scopo”. Era come se, al progresso<br />

nel fare, nelle possibilità dell'intervento umano sull'uomo, corrispondesse<br />

un costante quanto ulteriore degrado dell'idea che<br />

l'uomo aveva di se stesso.<br />

Gli ultimi avvenimenti sembravano voler dare sostanzioso<br />

corpo a quell'ipotesi.<br />

Cosa significa tutto ciò? Perché poi la vita?<br />

Esisteva forse un'autentica sfida dell’ “uomo dei ricambi” al<br />

pensiero moderno? Lui, aveva delle domande?!?<br />

Certamente.<br />

E qual era la distanza fra quest’uomo della modernità e un ipotizzabile<br />

“uomo-spazzatura”?<br />

Era questa era la domanda di gran lunga più imbarazzante.<br />

Difficile dare una risposta. L'immaginario collettivo non se la sentiva<br />

di impegnarsi. A quel punto prendeva a nicchiare. La risposta<br />

cominciava a mancare, diveniva la quotidiana assente in un sistema<br />

di produzione delle idee che, spesso mentendo spudoratamente<br />

su tutto e su tutti, rifuggiva sostanzialmente dal problema.<br />

Così la vita appariva come un divertente quanto decorativo sistema<br />

di fontane. Sembrava d'essere al centro di giochi d'acqua<br />

perfetti quanto generosi, che raggiungessero l'uomo da ogni parte.<br />

Un’acqua di cui si potesse fare quasi tutto ciò che si voleva, ma di<br />

cui non si conosceva la fonte. Le labbra dei putti liberavano milioni<br />

di schizzi più o meno gradevoli: perché? Acqua dalle cannelle,<br />

dai boccioli, dalle coppe, dai mascheroni, a travalicare gli orli di<br />

nappi piccoli e grandi. A frusciare, a gorgogliare, a rinfrescare da<br />

rosoni e piatti che il tempo aveva forse sbreccato.<br />

Ma cos'era tutto ciò?<br />

Anche lui aveva nicchiato parecchio. Finché aveva potuto.<br />

- Deve essere una vita devastata dall'insonnia, la sua, se la incontro<br />

qui tanto spesso.<br />

- Non tanto dall'insonnia quanto dalla veglia. Da ciò che accade<br />

quando sono sveglio.<br />

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