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Testo - Antonio Ferrazzani

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di profilo polidimensionale e inafferrabile in cui, come per sfere di<br />

cristallo che si sovrapponessero, ciascuna mantenendo parte di un<br />

suo disegno originario, tutto era trasparenza e allo stesso tempo<br />

confusione. Tutto era bellezza e contaminazione.<br />

E in qualche maniera tutto era anche irriducibilità - piuttosto<br />

che passato o presente.<br />

Le parole della vivace discussione, quel modo astratto in un<br />

certo senso di far vivere la città che era nominarne i monumenti e<br />

i personaggi storici, ne comunicavano la vera essenza in una polifonia<br />

in cui vi erano dissonanze di voci meravigliose e di brani<br />

musicali. Ciascuna cosa per conto suo sublime.<br />

Poi la suggestione passò, e la tempesta impressionista di memorie,<br />

di colori e di luci si restrinse a un nome forse destinato anch'esso<br />

a superare i secoli.<br />

- Abbiamo visitato il museo di Kavafis stamattina. - disse una<br />

delle signore. - E a parte lo squarcio di città che si vede dal suo<br />

terrazzo, un panorama quasi postbellico, o comunque da terzo<br />

mondo in veloce espansione, abbiamo assaggiato un altro piccolo<br />

supplemento di vita alessandrina dalle stanze e dalla maschera del<br />

grand'uomo.<br />

La donna si fermò un attimo e parve interrogare con gli occhi<br />

il marito, un tipo magro, dalla barba di antropologo, o di giovane<br />

manager occidentale mimetizzato dietro “il pelo” per cimentarsi<br />

nella cantieristica degli emirati arabi.<br />

A un certo punto, interloquì. Anche la sua voce cavernosa aveva<br />

un che di “antropologico”, poggiando esageratamente sui tasti<br />

bassi.<br />

- Sono stati gentili con noi. Avremmo potuto sedere sulle<br />

scomodissime sedie neobizantine, o scrivere qualche cartolina appoggiandoci<br />

alla sua scrivania.<br />

La cosa più impressionante è stata la maschera funebre. Un<br />

volto dal grosso naso curvo. Con noi c'era un coppia di inglesi.<br />

Dopo la doverosa silente contemplazione della maschera per un<br />

tempo congruo, uno di essi ha cominciato a sussurrare versi che<br />

hanno attraversato la stanza non grande.<br />

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