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Testo - Antonio Ferrazzani

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E la cosa, fin qui, poteva anche andar bene. Tutti sarebbero<br />

stati felici. Lo scazzone non faceva gravi danni, e diveniva parte<br />

del vivaio.<br />

Solo vi era un piccolo ulteriore particolare. Anche le lamprede<br />

avevano interesse a scavalcare i vari e a volte cementizi impedimenti.<br />

Ma da sole non gliela facevano, sia per l'incapacità della loro<br />

muscolatura che per la struttura ossea che non permetteva loro<br />

il repentino guizzo capace invece di portare gli scazzoni al di là<br />

dell'ostacolo.<br />

Ma un modo c’era. E le lamprede dovevano averlo acquisito<br />

probabilmente per puro caso. Esse avevano imparato ad “agganciare”,<br />

durante i loro agguati oceanici, i poveri scazzoni mentre<br />

questi saltavano l’ostacolo grazie allo scattante colpo di schiena - e<br />

conseguente “volo” - che riuscivano a imprimere ai loro 60-80<br />

centimetri di lunghezza. Li agganciavano di notte, affondando i<br />

denti in quelle macchie gialle che alla luce della luna e delle stelle<br />

dovevano risultare particolarmente visibili, assolutamente adeguate<br />

a delimitare un bersaglio. Zac! E via, a cavallo, oltre le contenzioni<br />

del vivaio, fra la carne sempre fresca di quelle acque brulicanti.<br />

Per le instancabili divoratrici doveva essere una sorta di paradiso.<br />

Il paradiso di un’ittica weltanschauung ; nord-atlantica, o semplicemente<br />

frisone?<br />

Mi chiederete se tutto questo sia documentato, aveva aggiunto<br />

il conferenziere a conclusione del breve curioso racconto. Nel<br />

senso che vi siano i biglietti della traversata degli scazzoni, o la ricevuta<br />

per la cauzione delle cavalcature?! Questo no. Non credo.<br />

Ma l'ipotesi dei miei amici Janssen e Van de Pest è solida ed alquanto<br />

probabile.<br />

Su una scala da uno a mille, diciamo mille-e-uno per essere<br />

prudenti.<br />

Rimane ora un'ultima considerazione da fare. Quella più intrigante<br />

e di maggior fascino. Quella che si potrebbe considerare il<br />

pensiero su di un pensiero, e che spesso viene indicata come “secondo<br />

pensiero”.<br />

Potremmo chiederci quale sia a questo punto la relazione effettiva<br />

fra gli scazzoni e i vivai.<br />

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