Testo - Antonio Ferrazzani
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Si alzò, se ne versò altre due dita. Vi aggiunse un paio di cubetti<br />
di ghiaccio dal frigorifero solo per miracolo funzionante. Poi si<br />
trasferì a letto dopo essersi quasi strappati i vestiti da dosso. Lì accese<br />
un'altra sigaretta e, predisposto in terra un ulteriore rudimentale<br />
posacenere costituito dalla tazza usata per il tè pomeridiano e<br />
ancora sporca, si lasciò cadere sulla schiena.<br />
La verità era semplice. Ed era una verità di cui quasi si vergognava.<br />
Ma l'alcol aveva allentato i freni delle sue inibizioni, ed ora<br />
non poteva non vedere con chiarezza quanto era al fondo del suo<br />
animo. Come attraverso acque di cristallina limpidità.<br />
Nutriva - e probabilmente aveva sempre nutrito - una profonda<br />
pena per gli omosessuali e per il loro mondo. Sia per il mondo<br />
esterno che per quello interiore. Aveva letto qualcosa di Leavitt. E<br />
non gli sembrava di aver male interpretato alcune delle sue pagine.<br />
Aveva avuto lui stesso qualche compagno omosessuale. Testimonianze<br />
di un vissuto personale che avevano seminato in lui una<br />
profonda compassione per quelle solitudini così ben descritte. Per<br />
le privazioni e le angosce narrate in esse. Per le famiglie che spesso<br />
avevano “iniziato” - o almeno indotto - i loro figli a quella terribile<br />
esperienza. Esse stesse amministratrici di dolore.<br />
E non solo quell’autore aveva causato in lui una tale impressione.<br />
Poteva aver capito male? Non credeva proprio.<br />
Aveva letto quelle storie come documenti. E gli era sembrato<br />
che in quei calici di vita accadeva come con la birra. Sopra, una<br />
spuma soffice, candida, frizzante. Sotto, l'angoscia profonda che si<br />
sedimenta sempre più. In cui la spuma si trasforma, man mano<br />
che il tempo passa, in amarezza.<br />
Quando rammentava qualche passo, sentiva di fronteggiare<br />
quella che a lui appariva una sofferta “assurdità”. E il suo animo,<br />
soggetto all'osmosi della compassione, veniva contagiato dal dolore,<br />
dalla tristezza. Come tinto dalla sofferenza in esse sottesa. I<br />
rapporti, gli affetti, le relazioni con la famiglia, l'omosessualità in<br />
alcuni casi quasi “ereditata” dai padri. Ma anche la seduzione, e gli<br />
atti ed i sentimenti dell'iniziazione passiva e attiva.<br />
Nella mezza ubriacatura di quella sera se ne vergognava come<br />
un ladro. Piuttosto che odiare il marito di sua figlia, ne aveva una<br />
tremenda pena! A ricordare bene suo genero, gli sembrava di aver<br />
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