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Testo - Antonio Ferrazzani

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Von Clausewitz, per quanto inefficace sul piano metafisico,<br />

prese a stuzzicarlo anche lui. I pezzi delle sue batterie da campagna<br />

si facevano sentire distintamente ogni qualvolta egli poggiava<br />

il capo sul cuscino. E le esperienze dell'ultimo tempo si affollarono<br />

tutte a popolare un ricorrente sogno, unitamente ai loro protagonisti.<br />

In quell'accorrere gli sembravano persone affacciate oltre<br />

il bordo di un pozzo al fondo del quale vi fosse lui. I visi si spingevano<br />

in avanti, insieme ai busti, ai corpi, e poi si ritraevano.<br />

Poteva sembrare il pericoloso gioco di bambini lasciati in un<br />

giardino a trascorrere le prime ore di un mite marzo o di un aprile<br />

non ancora inoltrato per la qualità un po' fredda dei riflessi della<br />

luce. Ma per un attimo che fissasse quei volti, ecco che i profili, le<br />

membra i gesti, acquistavano un che di rigido, di ligneo.<br />

Dapprima non capì, poi scoprì che quei volti non sorridevano.<br />

Il sogno andò avanti per alcune notti. E, ogni volta che si riaddormentava,<br />

quei visi gli si facevano incontro dal bordo lassù in<br />

alto. Contro una luce azzurrina che produceva grandi ombre.<br />

C'erano tutti. Saskia, l'impiegato dell'agenzia di viaggi, l'uomo<br />

che gli aveva cambiato i primi cinquecento dollari, il direttore della<br />

Herz. La hostess che gli aveva consigliato i locali dove recarsi per<br />

“sentire” la città. E poi Mulid con le figlie e la moglie, un po’ triste<br />

per la verità. E la servetta dal florido seno al di là del camicione<br />

che indossava aggirandosi nell'orto. Amina e Farouk sorridente.<br />

Almèk insieme alle altre persone che incontrava al Pastroudis. C'erano<br />

proprio tutti. E ciascuno portava con sé le sue emozioni, ciascuno<br />

provocava in lui ricordi affastellati e complessi, ma sostanzialmente<br />

veritieri. Ciascuno richiamava la sua attenzione rispecchiando<br />

il giudizio, l’impressione, che egli aveva ritenuto dal loro<br />

incontro.<br />

Più di tutti - a parte Saskia, naturalmente - gli dava un senso di<br />

gioia la ragazza della compagnia aerea. Rassomigliava a sua figlia.<br />

Anzi, più che rassomigliarle, gliela ricordava.<br />

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