Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

Antonella Mulè
regolamentare l’operazione delicata del controllo di autorità, svoltasi finora
in maniera estemporanea, con la costituzione di una redazione forte e attenta,
che lavori unitariamente ma sia nazionale e non centrale, per essere in grado
di cogliere e registrare le specificità locali e in particolare quelle degli antichi
Stati preunitari. Controllo che dovrà svolgersi – per tornare alla coppia di
termini richiamata poco sopra - sul piano dei contenuti, anche tramite l’elaborazione
di strumenti quali i vocabolari controllati, e sul piano della presentazione
formale, curando che le soluzioni adottate siano le più significative e
idonee a rappresentare quei contenuti.
Molto lavoro è necessario perché il piccolo Davide dell’informazione archivistica
possa sconfiggere il gigante Google della ricerca in internet, non
certo uccidendolo ma sottraendogli una cerchia ristretta di pubblico interessato
a una risposta più raffinata e puntuale.
Da quanto detto finora nasce un interrogativo che non può essere ignorato
in una riflessione sul futuro dell’attività editoriale in campo archivistico: in
presenza della ricca offerta di funzionalità e della diffusione potenzialmente
senza limiti che ci promette la tecnologia – e dovendo fare, invece, i conti con
pesanti limitazioni di bilancio - è ancora augurabile e opportuno proseguire
l’attività tradizionale di produzione di volumi a stampa? Tralasciando la disamina
di tutti gli aspetti del problema, vorrei però non sottrarmi ad esso e formulare
un’indicazione: il volume a stampa trova ormai la sua ragion d’essere
non più come uno strumento di conoscenza del contenuto del patrimonio
archivistico – funzione che possono svolgere assai meglio i sistemi informativi,
eventualmente aperti anche ad accogliere il coinvolgimento degli utenti
attraverso le funzionalità rese possibili dalle tecnologie del web 2.0 – ma nella
prospettiva della valorizzazione dei fondi o degli istituti che li conservano,
come oggetto che può richiamare l’attenzione e suscitare interesse anche per
la sua gradevolezza estetica. Ancora una volta a questo punto entra in campo
l’importanza dell’intervento grafico e redazionale, inteso come cura della presentazione
e ricerca costante di perfezionare il rapporto tra validità scientifica
del contenuto e sua rappresentazione formale.
1 All’origine di questo contributo sta il testo dell’intervento, debitamente rielaborato e
aggiornato, presentato in occasione dell’incontro sugli strumenti di ricerca archivistici tenutosi
il 16 maggio 2008 alla tenuta di Ca’ Tron a Roncade presso Treviso, per iniziativa della
Fondazione Cassamarca, degli Archivi contemporanei di storia politica e del Centro studi per
la storia delle campagne venete.
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