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Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

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Paola Pettenella<br />

varietà della documentazione, in una mescolanza <strong>di</strong> generi, che è in qualche<br />

modo anche lo specchio della complessità e de<strong>gli</strong> sconfinamenti dell’arte moderna<br />

e contemporanea, e in particolare delle avanguar<strong>di</strong>e. I beni <strong>archivi</strong>stici<br />

si sommano alle consuete raccolte <strong>di</strong> grafica, ai <strong>di</strong>pinti, alle sculture, alle installazioni<br />

conservate in un museo. Nei fon<strong>di</strong> <strong>per</strong>sonali del mArT, materiali<br />

grafici e fotografici d’autore spesso sono così intrecciati al resto della documentazione<br />

da pretendere un su<strong>per</strong>amento delle tra<strong>di</strong>zionali sud<strong>di</strong>visioni<br />

<strong>di</strong>sciplinari: basta pensare alle missive futuriste, spesso composte come testi<br />

«paroliberi», oppure a<strong>gli</strong> insiemi <strong>di</strong> documenti – carteggi, rita<strong>gli</strong> stampa, fotografie,<br />

<strong>di</strong>segni e cimeli – sovente confezionati ad hoc da<strong>gli</strong> stessi produttori<br />

de<strong>gli</strong> <strong>archivi</strong>, con punte <strong>di</strong> autentica creatività, come accade nelle pagine dei<br />

volumi <strong>di</strong> Tullio Crali [figg. 8a, b].<br />

Itinerari <strong>di</strong> descrizione, <strong>per</strong>corsi storiografici<br />

Nella prima metà de<strong>gli</strong> anni ’90 venne avviato, presso l’Archivio del ‘900<br />

del mArT, un processo <strong>di</strong> informatizzazione. Analogamente a quanto si verificava<br />

allora in numerosi istituti <strong>di</strong> conservazione, specie in quelli che precocemente<br />

avevano iniziato a descrivere con strumenti informatici il proprio<br />

patrimonio documentario – prima dunque dell’affermarsi esplicito nel <strong>di</strong>battito<br />

nazionale ed internazionale del concetto <strong>di</strong> descrizione <strong>archivi</strong>stica<br />

come descrizione <strong>di</strong> relazioni, oltre che <strong>di</strong> entità –, l’interesse fu rivolto<br />

all’analisi delle singole unità fisiche, fino ai livelli più detta<strong>gli</strong>ati 6 . La scelta<br />

dei criteri e dei tracciati <strong>di</strong> catalogazione cadde sulle norme <strong>di</strong> catalogazione<br />

anglo-americane, nate nel corso de<strong>gli</strong> anni ’80 ne<strong>gli</strong> Stati Uniti, con l’intento<br />

<strong>di</strong> includere descrizioni <strong>di</strong> <strong>archivi</strong> nelle banche dati bibliografiche 7 . La<br />

schedatura non <strong>per</strong>metteva dunque una visione d’insieme dei fon<strong>di</strong>, né una<br />

descrizione plurilivellare, e non favoriva certo un lavoro <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento,<br />

trattandosi nella sostanza <strong>di</strong> catalogazione <strong>di</strong> singole unità documentarie 8 .<br />

Forniva, <strong>per</strong> contro, i vantaggi <strong>di</strong> un tracciato molto strutturato, nel quale<br />

quasi tutte le parole venivano in<strong>di</strong>cizzate, con molti authority file e aree <strong>di</strong><br />

soggettazione.<br />

Tra la fine de<strong>gli</strong> anni ’90 e l’inizio del 2000 si è avviata una descrizione dei<br />

complessi documentari, elaborando schede plurilivellari e producendo, fondo<br />

<strong>per</strong> fondo, <strong>di</strong>agrammi delle specifiche strutture; <strong>per</strong> questo, ci si è avvalsi<br />

de<strong>gli</strong> standard nel <strong>fra</strong>ttempo elaborati dalla comunità internazionale isAd(g) 9 .<br />

Sono state stese inoltre schede dei soggetti produttori, che si rivelano – considerata<br />

la fisionomia dei protagonisti della documentazione conservata al<br />

mArT – <strong>di</strong> grande complessità e <strong>di</strong> parallelo interesse storiografico (la scheda<br />

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