Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

Domenica Porcaro Massafra
gli stessi, anche per verificare se gli sforzi fatti per realizzarli siano stati efficaci
e abbiano migliorato la conoscenza del patrimonio archivistico della regione
contribuendo ad ampliare la ricerca storica sulle fonti documentarie locali.
occorre premettere che le difficoltà incontrate dagli istituti archivistici
nel dare alle stampe i propri strumenti per la ricerca nelle pubblicazioni e
nelle collane della Direzione generale non sono dipese tanto dall’insufficienza
dei fondi per l’editoria a disposizione di quest’ultima nell’apposito
capitolo di bilancio, quanto dalla scelta della stessa di concentrare a livello
centrale l’intera gestione delle risorse finanziarie e della programmazione
editoriale. Una scelta che è stata dettata certamente dalla necessità di garantire
il rigore scientifico delle pubblicazioni, ma che non ha certamente
favorito la diffusione della consuetudine e dell’abilità a pubblicare da parte
degli istituti periferici.
L’impossibilità di gestire fondi per l’editoria, da amministrare in autonomia
come tutti gli altri capitoli di spesa, ha costretto gli istituti a trovare rimedi
di vario genere per valorizzare complessi documentari spesso di grandissimo
rilievo ed interesse storico. In pratica, Archivi e Soprintendenze si sono
dovuti attivare per coinvolgere enti pubblici e per sollecitare sponsor privati a
finanziare le spese di stampa degli strumenti di ricerca da loro prodotti.
A volte questi sussidi, generosamente finanziati da Fondazioni bancarie
e da Istituti di credito, sono stati distribuiti in omaggio più ai clienti che
ai potenziali utenti degli archivi, incidendo pochissimo sulla ricerca storica
locale. Nel caso in cui la loro pubblicazione, commissionata ad editori locali
o a tipografie anche tecnicamente attrezzate, non sia stata seguita da un’adeguata
distribuzione tra tutti i possibili utenti (istituti archivistici, biblioteche
centrali e locali, dipartimenti universitari, centri di ricerca, istituzioni culturali,
ricercatori di professione e studiosi locali), i volumi a stampa hanno
spesso incrementato i depositi degli stessi editori o dei soggetti committenti
(Regioni, Province, Comuni, Fondazioni ecc.), rimanendo in molta parte
inutilizzati.
La Soprintendenza pugliese, come la maggior parte degli istituti archivistici,
ha seguito tutte le possibili strade per pubblicare inventari, guide e
censimenti, accontentandosi il più delle volte di collocare questi strumenti in
collane editoriali anche non specialistiche e in pubblicazioni sovvenzionate
dai soggetti produttori degli archivi.
Sicuramente i risultati della collaborazione tra la Soprintendenza che ha
progettato gli interventi e ha diretto i lavori e gli enti che hanno finanziato le
spese per la stampa, sono stati proficui 65 , anche se è accaduto talvolta che per
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