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Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

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Carlo Spagnolo<br />

Per una politica della <strong>di</strong>gitalizzazione della conoscenza, le istituzioni pubbliche<br />

avrebbero da assolvere funzioni molto complesse, quali la <strong>ricerca</strong> e<br />

promozione de<strong>gli</strong> standard, la validazione delle procedure, la verifica dei metadati,<br />

la catalogazione, la tutela della integrità dell’informazione, la garanzia<br />

della durata, della trasmissibilità e della conservazione, la certezza della possibilità<br />

<strong>di</strong> fruizione <strong>per</strong> tutti, la raccolta e accessibilità <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong> sintesi<br />

e orientamento <strong>per</strong> la <strong>ricerca</strong> tramite portali certificati. Collegare a queste<br />

funzioni complesse le tra<strong>di</strong>zionali iniziative e prerogative rivolte alla conservazione<br />

e fruizione <strong>di</strong> <strong>archivi</strong> e biblioteche dovrebbe essere tra <strong>gli</strong> obiettivi<br />

strategici del Ministero <strong>per</strong> i beni e le attività culturali, che potrebbe sviluppare<br />

sinergie coi Ministeri dell’Università e della Ricerca, <strong>per</strong> l’Innovazione<br />

Tecnologica, e <strong>per</strong> la Funzione pubblica.<br />

Il problema che comincia a porsi a questo livello sofisticato è che l’informazione<br />

<strong>di</strong>gitale non è sempre gestibile nel formato pdf, che si è affermato<br />

nell’e<strong>di</strong>toria privata <strong>per</strong> la ‘trasposizione’ del testo cartaceo in testo <strong>di</strong>gitale. I<br />

formati devono invece adeguarsi alle funzioni da assolvere, e rispetto a queste<br />

ultime andrebbero calibrate anche le strategie <strong>di</strong> politica culturale. Il cambio<br />

<strong>di</strong> passo imposto alle istituzioni, pur presente a molti bibliotecari e <strong>archivi</strong>sti,<br />

non è <strong>per</strong>ò ancora del tutto <strong>per</strong>cepito a livello istituzionale e politico, nonostante<br />

alcuni progetti avviati da alcuni anni in Italia 21 .<br />

Tra i numerosi progetti s<strong>per</strong>imentali, sostenuti anche dal Ministero <strong>per</strong><br />

i beni e le attività culturali, possiamo menzionare qui Signum, del centro<br />

<strong>di</strong> <strong>ricerca</strong> informatica della Scuola Normale Su<strong>per</strong>iore <strong>di</strong> Pisa, , il Progetto Manuzio, che offre gratuitamente testi ma anche<br />

musica, e le attività del BAicr . Essi tendono<br />

ad affrontare con soluzioni <strong>di</strong>fferenziate i problemi della trasposizione<br />

<strong>di</strong>gitale dell’o<strong>per</strong>a a stampa o del documento <strong>archivi</strong>stico, facendosi carico<br />

in qualche caso anche della ‘traslazione’ dei documenti <strong>di</strong>gitalizzati; essi tuttavia<br />

restano in<strong>di</strong>rizzati a un pubblico <strong>di</strong> specialisti e non si preoccupano<br />

delle richieste <strong>di</strong> orientamento che nascono dalla domanda <strong>di</strong> interattività<br />

e riproducibilità del pubblico eterogeneo della rete. Più complessi i compiti<br />

assunti dalla Biblioteca Nazionale <strong>di</strong> Firenze con il deposito <strong>di</strong>gitale, <strong>di</strong> cui<br />

non possiamo qui trattare <strong>di</strong>ffusamente 22 .<br />

Nonostante i limiti inerenti ad ogni generalizzazione, nell’insieme (le imprese<br />

e) le istituzioni pubbliche italiane sembrano considerare la rete come<br />

vetrina promozionale, canale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> informazioni nate su supporto<br />

cartaceo, piuttosto che come circuito nuovo che ridefinisce i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

fruire e produrre le conoscenze, restringendo quin<strong>di</strong> spesso la loro attività alla<br />

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