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Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

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Francesco Samassa<br />

probabilmente sto passando da una serie ad un’altra. Si tratta <strong>di</strong> nuove ipotesi<br />

che <strong>di</strong>ventano domande andando a formare il processo <strong>di</strong> farsi della conoscenza<br />

<strong>di</strong> quel fondo (anche magari attraverso la loro ‘falsificazione’, <strong>di</strong>remmo seguendo<br />

Pop<strong>per</strong>). E poi sfo<strong>gli</strong>are avanti, scendendo <strong>di</strong> livello nella struttura, oppure<br />

in<strong>di</strong>etro, risalendo <strong>di</strong> livello nella struttura. Pian piano queste sono tutte <strong>di</strong>fferenze<br />

che, nel corso della consultazione, prendono senso, tanto più potendo<br />

incrociare, man mano che conosco il fondo, questi dati sul piano della forma<br />

dell’inventario a quelli che acquisisco sul piano del contenuto. 18 Insomma c’è<br />

una ‘semiotica della materialità’ <strong>per</strong> l’inventario cartaceo che è del tutto estranea,<br />

ovviamente, al modo <strong>di</strong> consistere <strong>di</strong> una banca dati elettronica: in cui <strong>per</strong><br />

passare da un luogo all’altro della descrizione <strong>archivi</strong>stica, anche seguendo la<br />

struttura del fondo, non serve alcuna fatica ed è annullato ogni attrito; le schede<br />

sembrano tutte equi<strong>di</strong>stanti tra loro, e cioè a <strong>di</strong>stanza (spazio/tempo) zero 19 .<br />

Ancor prima <strong>di</strong> avere le informazioni cercate, <strong>per</strong> il modo e <strong>per</strong> la fatica<br />

con cui vi arrivo, un inventario a stampa è con il suo stesso modo <strong>di</strong> darsi portatore<br />

<strong>di</strong> prime informazioni d’insieme (la consistenza, la forma generale), <strong>di</strong><br />

premesse contestuali non richieste; mentre, al contrario, una banca dati elettronica<br />

è muta fintanto che non la interrogo; e in ogni caso, quando è interrogata,<br />

fa più fatica a darmi informazioni <strong>di</strong> questo tipo, mentre è imbattibile<br />

nella restituzione <strong>di</strong> risultati a livello analitico. Viene imme<strong>di</strong>ato constatare<br />

come si sia tornati <strong>per</strong> altre vie a un argomento già toccato precedentemente,<br />

ovvero la produzione <strong>di</strong> conoscenza che si genera nella fatica <strong>di</strong> fare la <strong>ricerca</strong>.<br />

Parlavamo in precedenza della <strong>di</strong>fferenza, nell’attingere alla spiegazione <strong>di</strong> un<br />

determinato <strong>per</strong>corso da seguire <strong>per</strong> raggiungere una meta, tra una istruzione<br />

verbale – che viene definita nella sua logica da chi dà l’informazione e assunta<br />

passivamente da chi la riceve – e una istruzione visiva che implica necessariamente<br />

una interazione tra chi dà e chi riceve l’informazione, cioè una attiva<br />

partecipazione <strong>di</strong> chi la riceve nella deco<strong>di</strong>ficazione (secondo una logica che<br />

è, in buona parte, lui a decidere) della mappa fornita<strong>gli</strong>. Ritroviamo adesso<br />

una analoga produzione <strong>di</strong> conoscenza implicita nella fatica necessaria <strong>per</strong><br />

maneggiare un libro, <strong>per</strong> sfo<strong>gli</strong>arne avanti e in<strong>di</strong>etro le pagine inseguendo<br />

i rinvii da una all’altra, mettendo se del caso dei segnalibri qui e là <strong>per</strong> non<br />

<strong>per</strong>dere il segno e trovare il senso, magari anche la fatica <strong>di</strong> falsificare prime<br />

ipotesi <strong>di</strong> partenza (fertili <strong>per</strong> il loro darsi quali terreno del lavoro): questa<br />

fatica è ‘fare’ la <strong>ricerca</strong> appunto. Una fatica che non si pone all’utente che<br />

interroga un formato elettronico che, sostanzialmente, fa la <strong>ricerca</strong> <strong>per</strong> lui.<br />

Nel complesso, ragionamenti come questi inducono a ritenere che la carta<br />

(da sfo<strong>gli</strong>are) e l’elettronica siano due piattaforme complementari <strong>per</strong> la resti-<br />

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