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Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

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Rumori dall’officina<br />

il nostro nuovo telefonino stiamo navigando in un i<strong>per</strong>testo (andando alle spiegazioni delle<br />

varie funzioni – i micro testi, cliccando sulle voci dell’in<strong>di</strong>ce – la mappa, posto in a<strong>per</strong>tura<br />

del manuale – il macrotesto, eppure è così. Ma documenti interattivi, più o meno sofisticati,<br />

sono ormai sempre <strong>di</strong> più i cataloghi delle <strong>di</strong>tte, le brochure dei prodotti e de<strong>gli</strong> eventi, la<br />

modulistica <strong>per</strong> la gestione <strong>di</strong> prenotazione e or<strong>di</strong>ni, ecc.: lo sviluppo delle applicazioni in<br />

ambito commerciale sembra ancora lontano dall’aver trovato i suoi limiti).<br />

30 Abbiamo già detto <strong>di</strong> come, nel progetto <strong>per</strong> l’inventario a stampa, tutti i numeri <strong>di</strong><br />

pagina usati nei rettangoli (delle partizioni dell’<strong>archivi</strong>o e dei soggetti produttori della ‘mappa’,<br />

ma anche in tutti i campi utilizzati nelle schede descrittive <strong>per</strong> altri spostamenti, trasversali o <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>mento) funzionassero <strong>di</strong> fatto come dei link tra le pagine del libro. Nella versione<br />

interattiva ogni rettangolo <strong>di</strong>venta un pulsante ‘cliccabile’ (l’ancora <strong>di</strong> un collegamento) che,<br />

come il numero <strong>di</strong> pagina del volume cartaceo (inutile ora nel formato elettronico), in<strong>di</strong>rizza<br />

<strong>di</strong>rettamente alla scheda descrittiva a cui si è mirato (uno dei no<strong>di</strong> della rete i<strong>per</strong>testuale).<br />

Naturalmente, proprio come nel volume cartaceo, nelle varie pagine a cui approdo trovo<br />

sempre uno stralcio <strong>di</strong> mappa che, interattivo anch’esso, mi consente <strong>di</strong> ripartire da lì <strong>per</strong> altre<br />

destinazioni ancora (o <strong>per</strong> tornare invece alla mappa iniziale) in una vera e propria effettiva<br />

navigazione dentro all’inventario. Ecco che il meccanismo i<strong>per</strong>testuale sostituisce, in ambiente<br />

<strong>di</strong>gitale, la incongrua o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> sfo<strong>gli</strong>are a monitor un simil-libro immateriale.<br />

31 F. Bianconi, Segni <strong>di</strong>gitali. Sull’interpretazione e il significato della tecnologia <strong>di</strong>gitale <strong>per</strong><br />

la conservazione dei beni culturali, Perugia 2005, p. 36.<br />

32 In realtà poter illustrare anche il modo <strong>di</strong> consistere, fisicamente, <strong>di</strong> un semplice registro <strong>di</strong><br />

protocollo o <strong>di</strong> un altro documento amministrativo (una calligrafia, una legatura particolare, ecc.)<br />

a nostro parere è sempre e comunque un arricchimento delle informazioni, un complemento<br />

importante alle informazioni <strong>archivi</strong>stiche in senso stretto (ovviamente in maniera <strong>di</strong>rettamente<br />

proporzionale anche all’antichità del documento: quin<strong>di</strong> in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poter registrare mo<strong>di</strong><br />

su<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> confezionare documenti <strong>di</strong> questo tipo). Questo <strong>per</strong> <strong>di</strong>re che il valore iconografico<br />

non è mai in fondo trascurabile e prescinde dalla natura (tipologia) dei documenti.<br />

33 4 A. Baricco, I barbari. Saggio sulla mutazione, Milano 2008 (ma prima e<strong>di</strong>zione Roma<br />

2006).<br />

34 Ibid, p. 172.<br />

35 Un surfista sul bagnasciuga che si appresta a gettarsi a cavalcare le onde è l’immagine in<br />

co<strong>per</strong>tina in una recente rie<strong>di</strong>zione del libro <strong>di</strong> Baricco.<br />

36 Vale la pena osservare che il problema non è stato sollevato (ma certamente enfatizzato)<br />

dai mezzi <strong>di</strong> trasporto tipici della modernità. Senza scomodare la letteratura alta, significative<br />

le avventure <strong>di</strong> un giovane e agiato aristocratico lombardo, Gian Giacomo Pizzini (1669-<br />

1734), che «[...] seguì le orme paterne, stu<strong>di</strong>ando a Praga e viaggiando poi in lungo e in largo<br />

<strong>per</strong> tutta Europa tra la fine del Seicento e i primi del Settecento» e, come ricorda una sua<br />

<strong>di</strong>scendente, «si muoveva a pie<strong>di</strong>, con due domestici e un baule, <strong>per</strong>ché considerava questo<br />

l’unico modo adatto <strong>per</strong> visitare e conoscere veramente un paese» (F. Pizzini, Un’ere<strong>di</strong>tà<br />

lombarda. Da Milano alla Franciacorta, Milano 2010, p. 71). Non rimane traccia <strong>per</strong>ò<br />

dell’opinione, in merito, dei due domestici che, durante tutti questi spostamenti, dovevano<br />

avere molto a che fare con il baule.<br />

37 .<br />

38 .<br />

201

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