Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

Inventari, censimenti, sistemi informativi
Di un privilegiato interesse per l’individuazione del tipo di pubblico che
utilizza le nuove tecnologie nel settore dei beni culturali è portatrice l’analisi
di Pierluigi Feliciati. Nel prospettare la necessità di adottare metodi di
valutazione dei comportamenti e delle risposte del variegato mondo degli
utenti del web anche nell’ambito dei beni culturali e in quelli archivistici in
particolare, l’autore ci richiama alla necessità dell’ottimizzazione non solo dei
contenuti ma pure dei loro modi di presentazione: sollecitando fra l’altro la
comunità degli operatori del settore impegnati nello sviluppo di applicazioni
internet al confronto con quanto contenuto nel Manuale per l’interazione
con gli utenti del web culturale, elaborato dal gruppo di lavoro europeo del
progetto Minerva.
Non sempre siamo avvertiti quanto sarebbe necessario delle mutazioni,
dei cambi di sintassi e di linguaggio che ineluttabilmente entrano in gioco
quando si procede alla traslazione (che non è solo trasposizione) di contenuti
da un testo o da una pubblicazione a stampa a un ambiente di tipo digitale.
Sulle caratteristiche di questo passaggio – e sulla natura e la convivenza dei
differenti supporti – indaga l’articolata riflessione di Carlo Spagnolo, conducendoci
a rimarcare quanto si aggiunga e quanto vada perduto nel passaggio
da uno ad altro strumento di comunicazione. è vero infatti che il digitale
introduce delle modifiche non secondarie all’informazione trasmessa, riscrivendone
completamente lingua e alfabeto e aprendo nuovi scenari, nuove
«gerarchie dei saperi», nuovi risvolti nella definizione del profilo dell’autore e
dei connessi diritti di proprietà intellettuale.
Complessità degli oggetti descritti da una parte, esigenze di chiarezza
interpretativa, di visibilità e linearità negli itinerari di ricerca dall’altra: di
questa ineludibile polarità non può non tenere conto la creazione di strumenti
di ricerca archivistici. Così ci ricorda Federico Valacchi, per il quale
l’ambiente web può sicuramente costituire un incentivo non da poco per
ovviare a quel «deficit comunicativo» che pare affliggere una pur gloriosa
tradizione di creazione di censimenti e inventari. La tridimensionalità del
web come strumento ottimale di rappresentazione della «profondità strutturale»
dei fondi archivistici e della molteplicità di relazioni fra gli oggetti
della descrizione, si unisce così ai pregi di un nuovo approccio contestuale
al mondo degli strumenti di ricerca, aperto, più che all’ipostatizzazione di
singoli censimenti, inventari o cataloghi, all’orizzonte della creazione di
finding aids systems integrati: sistemi – ci piace aggiungere – dalla fisionomia
ed estensione dei quali trapela una o altra impostazione di vera e propria
politica culturale.
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