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Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

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Francesco Samassa<br />

e sopra descritta); un’altra pensata <strong>per</strong> l’ambiente <strong>di</strong>gitale, espressamente de<strong>di</strong>cata<br />

alla fruizione a monitor, che sviluppasse le sue specificità evitando quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> usare il monitor impropriamente <strong>per</strong> far finta <strong>di</strong> sfo<strong>gli</strong>are un inventario a<br />

stampa che in realtà non si ha in mano. Naturalmente immaginare lo sviluppo<br />

dei due formati nel rispetto delle rispettive specificità tecniche vuol <strong>di</strong>re pensare<br />

fin da subito che non saranno l’uno la traduzione tecnologica dell’altro,<br />

ma saranno al contrario due prodotti in parte <strong>di</strong>versi, ne<strong>gli</strong> obbiettivi e quin<strong>di</strong><br />

anche nei contenuti: ma su questo si tornerà più avanti.<br />

E’ interessante osservare che il progetto realizzato <strong>per</strong> la restituzione cartacea<br />

dell’inventario ha dato, esso stesso, la soluzione al problema del formato<br />

elettronico finendo <strong>per</strong> ispirarsi alle logiche <strong>di</strong> funzionamento dell’i<strong>per</strong>testualità<br />

(come abbiamo visto: sostituendo ai link dell’ambiente <strong>di</strong>gitale i numeri<br />

<strong>di</strong> pagina nelle mappe visive e, in genere, nei riman<strong>di</strong>): ora non rimaneva<br />

infatti che fare l’ultimo passo, sostituire all’ispirazione i<strong>per</strong>testuale del formato<br />

cartaceo la fattività i<strong>per</strong>testuale del formato elettronico. L’i<strong>per</strong>testualità<br />

quin<strong>di</strong> sembra offrirsi quale snodo cruciale <strong>per</strong> risolvere in maniera integrata<br />

la restituzione della descrizione <strong>archivi</strong>stica.<br />

A guardar bene, non c’è nulla <strong>di</strong> più logico se è vero che Gian<strong>fra</strong>nco Bettetini<br />

definiva l’i<strong>per</strong>testo come «[...] un macrotesto composto <strong>di</strong> microtesti, tra<br />

loro connessi in una mappa-labirinto esplorabile dall’utente» 25 : chiunque abbia<br />

una anche minima es<strong>per</strong>ienza nel mondo de<strong>gli</strong> <strong>archivi</strong> sa bene che un inventario<br />

è proprio questo, un testo composito (macrotesto) costituito <strong>di</strong> tanti<br />

testi particolari (microtesti) relazionati tra loro nel contesto <strong>di</strong> una struttura<br />

gerarchica: «esplorabile dall’utente», come <strong>di</strong>ce Bettetini, ma come abbiamo<br />

finito <strong>per</strong> <strong>di</strong>re anche noi parlando precedentemente delle mappe visive della<br />

struttura. Ancora. Nello stesso libro (che anticipa <strong>di</strong> un paio d’anni <strong>gli</strong> scritti<br />

precedentemente citati <strong>di</strong> Vitali), Barbara Gasparini parla a più riprese della<br />

metafora della navigazione nello spazio logico dell’i<strong>per</strong>testo, e scrive che «la<br />

similitu<strong>di</strong>ne con l’andare <strong>per</strong> mare suggerisce che consultare un testo elettronico<br />

non obblighi ad alcun <strong>per</strong>corso predefinito (anche se ne può esistere uno<br />

ottimale); che non vi sia una <strong>di</strong>rezione preor<strong>di</strong>nata; e che non esista un or<strong>di</strong>ne<br />

prestabilito nella successione dei no<strong>di</strong> [i microtesti <strong>di</strong> Bettetini]. [...] i testi<br />

elettronici sembrano suggerire un ra<strong>di</strong>cale rinnovamento delle modalità <strong>di</strong><br />

accostamento al testo: la linearità e la sequenzialità della lettura su supporto<br />

tra<strong>di</strong>zionale paiono soppiantate dalle caratteristiche opposte.». Siamo tornati<br />

alla a-sistematicità dell’inventario <strong>archivi</strong>stico che ci spingeva a precisare,<br />

più sopra, la sua sostanziale <strong>di</strong>versità dalla forma del saggio (col filo lineare<br />

e sequenziale del <strong>di</strong>scorso argomentativo) o del romanzo (col filo lineare e<br />

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