Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

Paola Pettenella
eliminazione delle abbreviazioni, che si ritrovano invece nel sistema informativo,
e una eliminazione delle ridondanze.
In generale, abbiamo affidato all’impaginazione e alla grafica un ruolo
tutt’altro che marginale, in grado di restituire concetti astratti in forme visibili.
Ad esempio, nelle intestazioni di serie e sottoserie così come nella segnatura,
è nata la scelta di evidenziare al giusto livello ciò che si sta descrivendo,
attraverso la gradazione di grigi e neri 17 . Così abbiamo studiato l’uso dei differenti
corpi, dei colori, e particolare attenzione abbiamo dato anche ai separatori
delle serie, che nel caso del fondo Thayaht si ispirano ad un particolare
tratto da un documento e in grado di alludere con efficacia alla sua tipologia.
A partire proprio dall’Inventario del fondo Thayaht questi separatori riportano
sul retro l’albero del fondo, dove è evidenziata la serie descritta 18 . La rappresentazione
del fondo di Tullio Crali ha richiesto un altro espediente. Nei
suoi «libroni», che presentano una sequenza di documenti sostanzialmente
cronologica e non strutturata, Crali aveva creato qua e là ‘isole tematiche’, aggregando
testimonianze relative a un progetto, a un personaggio, a un evento
(inviti, fotografie, recensioni). L’operazione però si è rivelata discontinua, inficiata,
soprattutto nei volumi più tardi, da troppe «sovrapposizioni di materiali,
eventi, argomenti che non è facile ricondurre ad unità» 19 . Così si è scelto
di riflettere, nell’inventario, una successione ‘piatta’ dei documenti; i nuclei
che presentavano nessi logici sono stati evidenziati però con un accorgimento
grafico: una nota verticale, in corsivo, a margine della pagina.
Infine, la collana degli inventari prevede un apparato illustrativo: un sedicesimo
a colori e una serie di riproduzioni in bianco e nero, con alcune
varianti legate ai singoli testi. Anche le immagini infatti possono restituire
adeguatamente la natura, la ricchezza materiale, oltre che l’interesse storiografico
della documentazione. Crediamo che illustrare non significhi esattamente
‘decorare’, ma rendere esplicito e intelligibile; contiamo sul fatto che
non solo il nitore logico e formale delle presentazioni, ma la carica estetica
presente negli archivi stessi costituiscano una strada maestra per introdurre
alla conoscenza.
1 Come è stato più volte ricordato, all’origine delle collezioni del mArT c’è il lascito che
Fortunato Depero fece alla città di Rovereto, costituito da quasi quattromila opere, da una
biblioteca e da un archivio di più di diecimila documenti. Sull’importanza dei fondi documentari
per la vita del Museo, sulla stretta relazione fra beni culturali diversi e sul rapporto
fra studio, ricerca e attività espositiva cfr.: G. Belli, L’Archivio del ‘900 del Mart, in Il progetto
di architettura. Conservazione Catalogazione Informazione, a cura di A. Tonicello, Atti del
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