Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura
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Federico Valacchi<br />
mente dal web, la possibilità <strong>di</strong> ‘frequentare’ <strong>gli</strong> <strong>archivi</strong> è infatti da sempre<br />
legata alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> strumenti che ne descrivano i fon<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nati. A<br />
questo riguardo magari si potrà e forse si dovrà iniziare a <strong>di</strong>scutere sul significato<br />
che nel contesto <strong>di</strong>gitale possa assumere l’allocuzione ‘strumento<br />
<strong>di</strong> <strong>ricerca</strong>’, ampliandone tipologie e finalità rispetto ai para<strong>di</strong>gmi cui siamo<br />
abituati a fare riferimento. In questa <strong>di</strong>rezione, infatti, la contaminazione<br />
<strong>di</strong>gitale interferisce proficuamente sulla metodologia <strong>archivi</strong>stica consolidata,<br />
almeno <strong>per</strong> quanto riguarda le strategie e le tecniche <strong>di</strong> comunicazione<br />
che qui ci interessano in maniera particolare. Chiunque abbia provato a<br />
illustrare ad utenti non specializzati (siano essi <strong>ricerca</strong>tori <strong>di</strong> qualsiasi profilo<br />
o studenti) il complesso sistema <strong>di</strong> relazioni che costituisce l’essenza <strong>di</strong> un<br />
fondo <strong>archivi</strong>stico muovendo da una sua rappresentazione cartacea non potrà<br />
nascondere il sollievo provato a svolgere lo stesso compito appoggiandosi<br />
su una restituzione <strong>di</strong>gitale e, <strong>per</strong> certi versi, tri<strong>di</strong>mensionale, dello strumento<br />
descrittivo capace <strong>di</strong> rendere imme<strong>di</strong>atamente <strong>per</strong>cepibile la profon<strong>di</strong>tà<br />
strutturale e il potenziale informativo delle relazioni tra <strong>gli</strong> oggetti della descrizione.<br />
A prescindere da ogni altra considerazione resta comunque il fatto che<br />
senza adeguati strumenti descrittivi <strong>gli</strong> <strong>archivi</strong> rimangono conglomerati <strong>di</strong><br />
informazioni inanimate e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile utilizzazione, qualunque sia l’uso che <strong>di</strong><br />
queste informazioni si vorrà fare. Considerazione questa che ci rimanda ad<br />
un altro assunto fondamentale ma talvolta <strong>di</strong>menticato, soprattutto in una<br />
fase in cui la comunità <strong>archivi</strong>stica si sta definitivamente convertendo (non<br />
senza <strong>gli</strong> eccessi del caso) alla religione <strong>di</strong>gitale: la necessità <strong>di</strong> descrivere <strong>gli</strong><br />
<strong>archivi</strong> nella loro fisicità, in<strong>di</strong>pendentemente dai mezzi impiegati. Il <strong>di</strong>gitale<br />
nelle sue molteplici declinazioni è solo un veicolo più potente, non una scorciatoia.<br />
Quin<strong>di</strong> dall’esigenza con<strong>di</strong>visa e assai con<strong>di</strong>visibile <strong>di</strong> <strong>di</strong>gitalizzare <strong>gli</strong><br />
strumenti (e magari anche le carte cui essi fanno riferimento) deve scaturire<br />
anche l’opportunità <strong>di</strong> dare nuovo impulso alle descrizioni <strong>archivi</strong>stiche <strong>di</strong><br />
ciò che ancora giace sostanzialmente ignoto e inutilizzato nei depositi.<br />
Lo conferma ad esempio, e guardando a<strong>gli</strong> <strong>archivi</strong> da una prospettiva<br />
‘ra<strong>di</strong>calmente’ <strong>di</strong>gitale, Lisa Spiro quando scrive «Libraries, archives, and<br />
cultural institutions hold millions of items that have never been adequately described.<br />
These items are all but unknown to, and unused by, the scholars those<br />
organizations aim to serve (...). Reducing archival backlogs and exposing oncehidden<br />
collections will likely require that archives revamp their workflows, but<br />
software can play a role in making archives more efficient and their collections<br />
more visible» 4 . Ma, come sappiamo, non ci sarebbe bisogno <strong>di</strong> andare fuori<br />
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