Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

Carlo Spagnolo
L’imposizione così generica potrebbe dare luogo ad abusi, in quanto in
assenza di strumenti adeguati e personale dedicato nelle Università, la norma
non offre certezze sui formati e sulle modalità di tutela del diritto d’autore,
per cui è pensabile che una tesi dottorale frutto di un plagio e composta in
parte da materiali copiati dalla rete possa un domani rivendicare il diritto
d’autore contro la propria fonte se questa non gode del deposito legale. Così
che la richiesta crui, vuoi per le scarse risorse vuoi per le incertezze potrebbe
restare nel limbo, pur indicando una strada potenzialmente interessante per
ampliare il patrimonio delle conoscenze in rete. A parte ciò, il documento
contiene indicazioni importanti sull’esigenza di uniformare i metadati – ossia
le informazioni che accompagnano e contestualizzano il documento digitale
– suggerendo uno schema di catalogazione a cui tutte le università dovrebbero
attenersi: ma sono ‘raccomandazioni’ il cui rispetto concreto è lasciato alla
buona volontà individuale 17 .
Il ruolo delle istituzioni pubbliche
Assieme a questi segnali di interesse, accompagnati da iniziative di singole istituzioni
e persone sensibili alla complessità della traslazione dell’informazione
digitale, mancano ancora in Italia istituzioni centrali tese a promuovere centri
di coordinamento, raccolta, e tutela della conoscenza e della sua diffusione
attraverso la rete. Gli interventi legislativi si orientano alla tutela del copyright,
nel migliore dei casi alla salvaguardia e alla produzione di dati, documenti
e archivi digitali. Permane una difficoltà italiana a pensare in termini non
dicotomici il problema della diffusione della conoscenza, superando l’antitesi
obbligo/carenza normativa e affidandosi di più agli incentivi. Rispetto ad altri
paesi, si nota l’assenza di centri di diffusione, di ‘portali’ umanistici col crisma
dell’ufficialità, della trasparenza e della durata, che sola può garantire l’affidabilità
di una informazione digitale e soprattutto il controllo delle procedure
di contestualizzazione dell’informazione, del suo essere integrata nella rete 18 .
Gli esempi esistenti, pure rilevanti, restano prodotti di singole istituzioni o di
editori privati e hanno così difficoltà a fare ‘massa critica’ nel web.
L’interrogativo che pare sottostare a queste incertezze nostrane è quale bisogno
ci sia di una dispendiosa politica nazionale, se il mercato è così vivace e
se operatori privati, come Google, già pensano a digitalizzare enormi quantità
di libri senza costosi sostegni statali.
La risposta sta nella dicotomia tra innovatori e tradizionalisti, che permane
in assenza di politiche idonee, e nella difficoltà di promuovere una
effettiva diffusione del patrimonio esistente e già digitalizzato per l’assenza
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