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Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

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Stefania Franzoi<br />

Il tentativo <strong>di</strong> traduzione da un lessico specialistico, talora quasi gergale,<br />

in un linguaggio largamente comprensibile, <strong>per</strong> quanto corretto e non arbitrario,<br />

si è concretizzato in mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> piccola entità, ma strategicamente<br />

collocate: ad esempio nella sostituzione del termine “albero” con “mappa”, o<br />

nella resa del rapporto tra produttori e documenti con l’espressione “ve<strong>di</strong>”<br />

(in entrambe le <strong>di</strong>rezioni e completa del numero <strong>di</strong> pagina), al posto delle<br />

precedenti “Archivi prodotti: ...” e “Soggetti produttori: ...”.<br />

Sul piano delle soluzioni grafiche il restyling è stato ra<strong>di</strong>cale, partendo dal<br />

formato (17x24), che intende evocare l’idea <strong>di</strong> ‘libro’ e su<strong>per</strong>are così la parentela<br />

visiva con i documenti amministrativi. Per una veloce esemplificazione,<br />

sia sufficiente citare due casi: la resa de<strong>gli</strong> elementi <strong>di</strong> apparato (note, fonti,<br />

relazioni), stampati su sfondo grigio e con un font <strong>di</strong>verso <strong>per</strong> evidenziarne la<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> funzione rispetto alle parti propriamente descrittive; la composizione<br />

del tutto nuova de<strong>gli</strong> elementi costitutivi delle unità <strong>archivi</strong>stiche, nelle<br />

quali la segnatura (in grigio) scan<strong>di</strong>sce il ritmo dell’impaginazione, mentre il<br />

corpo della scheda, rientrato verso destra, è evidenziato dal titolo in grassetto<br />

e articolato in blocchi <strong>di</strong> informazioni che si susseguono nella forma <strong>di</strong> elenchi<br />

puntati, con una compattazione dello spazio derivante dall’eliminazione<br />

dei segni <strong>di</strong> paragrafo, sostituiti da una barra obliqua (/).<br />

Particolarmente sod<strong>di</strong>sfacenti risultano poi, almeno a chi era abituato a<br />

una rigorosa monocromia, i tocchi <strong>di</strong> colore rosso e verde, impiegati, sia pure<br />

con la dovuta parsimonia, nelle mappe, e la ricchezza dell’apparato iconografico.<br />

A questo proposito è bene sottolineare la libertà <strong>di</strong> selezione e <strong>di</strong> combinazione<br />

delle immagini, spesso derivanti da detta<strong>gli</strong> rita<strong>gli</strong>ati e ingran<strong>di</strong>ti,<br />

destinati ad acquisire un’autonoma valenza semantica grazie all’interazione<br />

con il testo e con le altre riproduzioni, che ad esempio possono formare, a<br />

seconda dei casi, una piccola raccolta virtuale <strong>di</strong> timbri otto-novecenteschi, o<br />

una collezione <strong>di</strong> specimina <strong>di</strong> scritture.<br />

A testimonianza del rapporto <strong>di</strong>namico che continua comunque a esistere<br />

<strong>fra</strong> questo nuovo formato inventariale su carta e i dati <strong>archivi</strong>stici residenti<br />

nel sistema AsT, è stato richiesto un adattamento dell’attuale report inventario<br />

<strong>di</strong>gitale, nella prospettiva <strong>di</strong> renderlo il più possibile compatibile con<br />

il nuovo modello grafico e <strong>di</strong> ridurre quin<strong>di</strong> le o<strong>per</strong>azioni necessarie <strong>per</strong> la<br />

pubblicazione, concentrando le energie sulla resa <strong>di</strong> aspetti specifici e sulla<br />

pre<strong>di</strong>sposizione delle immagini. L’e<strong>di</strong>zione su carta de<strong>gli</strong> inventari, nel nostro<br />

caso, e le riflessioni teoriche e ‘<strong>per</strong>cettive’ ad essa associate, hanno questa volta<br />

a<strong>per</strong>to la strada a nuove aspettative <strong>per</strong> i formati <strong>di</strong> ‘uscita’ dei dati e <strong>per</strong> la<br />

loro presentazione all’utente finale.<br />

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