Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura

Inventari, censimenti, sistemi informativi
Questa idea di inventario dunque proponeva effettivamente orizzonti di
senso e possibili letture della documentazione strettamente legati all’identificazione
dell’archivio con il soggetto produttore. Gli archivisti si guardavano
bene dall’indicare i significati prevalenti o le possibili utilizzazioni dell’archivio;
tendevano ad arrestarsi ‘sulla soglia’ del significato. A dare un senso ai
documenti avrebbero dovuto essere non gli archivisti ma chi le fonti avrebbe
indagato: gli storici, i ricercatori, liberi dalla mediazione dell’archivista, certamente
indispensabile ma talora vissuta pure come eccessiva. La storia da
raccontare, in definitiva, cominciava dopo, o almeno fuori dall’inventario e
la raccontavano altri, o la raccontava l’archivista ma indossando altri panni.
Rispetto a questa impostazione teorica, che pure ha guidato e guida tuttora
l’operatività di tanti archivisti, quali gli stimoli e le provocazioni che ci
giungono da alcune recenti esperienze, anche italiane? Sotto ai nostri occhi,
nelle nostre mani o sul monitor del nostro computer compaiono infatti sempre
più di frequente strumenti di ricerca non più attenti solo all’impeccabilità,
pur doverosa, dell’adesione agli standard descrittivi e alla loro adeguata
rappresentazione grafica, qua e là ancora caratterizzata da una sorta di algido
e asettico formalismo, ma censimenti, inventari, siti e portali aperti a inedite
dimensioni di attenzione anche figurativa alla materialità spesso assai suggestiva
dei fondi e al contesto storico nel quale essi si inseriscono e del quale
sono anch’essi voce privilegiata. Se a un inventario si chiede di essere innanzitutto
rappresentazione concettuale esaustiva del sistema archivio, nella sua
struttura e negli elementi che lo compongono, pare quasi che le indicazioni
raccolte da Stefano Vitali nel panorama offerto da alcune recenti edizioni
vadano piuttosto verso l’esigenza di un’apertura a più pastose dimensioni di
narratività, integrata dal ricorso aperto a suggestioni storiche, iconografiche
o lato sensu didattiche.
Si tratta in effetti di una tendenza sempre più esplicita, che possiamo riscontrare
in numerosi casi editoriali, in cui le immagini e la grafica giocano
un ruolo importante nella restituzione non solo intellettuale dell’archivio. Per
segnalarne solo alcuni, che andranno certamente ad aggiungersi ai numerosi
altri esempi ben presenti nell’esperienza di ogni archivista, vorremmo citare
per primo e più vistoso riferimento quello ai portali tematici del Sistema
archivistico nazionale - sAn e alla filosofia di comunicazione che li informa 3 .
Si pensi poi, ad esempio, alla collana degli inventari dell’Archivio del ’900
del mArT – della quale abbiamo una specifica presentazione in questo stesso
volume –, in cui le diverse serie sono introdotte da una mappa della relativa
partizione nel complesso della struttura del fondo, accompagnata da un’im-
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