Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria ... - Trentino Cultura
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Andrea Zorzi<br />
a identificare come «eterno» il supporto cartaceo, e, dall’altro, una maggiore<br />
confidenza con le nuove tecnologie che il nuovo corpo docente (a tutti i livelli)<br />
sarà costretto ad acquisire pur non essendoci «nato dentro» ma essendosi<br />
dovuto acculturare a esso (volente o nolente).<br />
Esiti molto probabili sono poi quelli socio-culturali. Mentre nei luoghi<br />
educativi usciranno in massa i docenti, nelle scuole si formeranno, e nelle<br />
università arriveranno <strong>per</strong> continuare a stu<strong>di</strong>are anche la storia, generazioni<br />
<strong>di</strong>verse dalle precedenti: generazioni, cioè, «<strong>di</strong>gitali native», come è entrato<br />
in uso <strong>di</strong>re in certa sociologia americana recente, là dove i docenti saranno<br />
ancora de<strong>gli</strong> «immigrati <strong>di</strong>gitali» 13 . Pensiamo all’ultima classe <strong>di</strong> età del secolo<br />
scorso, quella nata nel 1999: essa comincerà le scuole su<strong>per</strong>iori nel 2013<br />
e si immatricolerà nelle università nel 2018; i più precoci acquisiranno la<br />
laurea triennale nel 2021, quella biennale nel 2023, e si addottoreranno nel<br />
2026/2027. Per questi storici del prossimo futuro la trasmissione del sa<strong>per</strong>e<br />
rischierà – e sottolineo il verbo «rischiare» – <strong>di</strong> essere quasi esclusivamente<br />
affidata ai supporti «<strong>di</strong>gitali»: il supporto «eterno» della conoscenza apparirà<br />
loro molto probabilmente quello <strong>di</strong>gitale, e viceversa solo «archeologico»<br />
quello cartaceo, conservato nella polvere delle biblioteche e de<strong>gli</strong> <strong>archivi</strong>.<br />
Teniamo infine presente la terza trasformazione, né certa, né probabile<br />
come le precedenti, ma assai plausibile. In un’analisi ufficiale, la British Library<br />
ha stimato che entro il 2020 il 40% delle monografie <strong>di</strong> <strong>ricerca</strong> sarà pubblicato<br />
solo in formato <strong>di</strong>gitale, il 50% in formato sia <strong>di</strong>gitale sia cartaceo,<br />
mentre il 10% dei nuovi titoli sarà ancora e<strong>di</strong>to solo a stampa 14 . Il passaggio<br />
dall’e<strong>di</strong>toria a stampa a quella <strong>di</strong>gitale è dunque stimato in ambito accademico<br />
intorno al 2020, proprio ne<strong>gli</strong> anni in cui <strong>gli</strong> studenti nati nel 1999 inizieranno<br />
i loro <strong>per</strong>corsi <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong>sciplinare. Il pronostico è autorevole,<br />
<strong>per</strong>ché formulato non dall’ennesima futurologa star del sistema me<strong>di</strong>atico,<br />
bensì da una delle più antiche e autorevoli istituzioni che tra<strong>di</strong>zionalmente<br />
conservano e trasmettono la conoscenza umanistica. Corollario <strong>di</strong> tale scenario<br />
sarà la trasformazione del testo su libro in e-book (con tutta l’ambiguità<br />
<strong>di</strong> questo termine e la varietà <strong>di</strong> oggetti e <strong>di</strong> consumi che esso denomina): un<br />
passaggio che, in effetti, è già in atto in questi anni 15 .<br />
Storici 2.0?<br />
Se proviamo a intrecciare i tre fenomeni appare evidente come ci stiamo avvicinando<br />
al momento in cui il mestiere <strong>di</strong> storico sarà appreso in un contesto<br />
<strong>di</strong> pratiche realmente <strong>di</strong>verso da quello attuale: sarà un modo <strong>di</strong> fare storia<br />
che possiamo chiamare 2.0, <strong>per</strong> <strong>di</strong>stinguerlo da quello in cui si sono formate<br />
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