Matematica curiosa - Martufi, Gabriele - Altervista
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Non conosco un solo esempio di un grande progresso matematico<br />
intrapreso da un uomo che ha superato i 50 anni. G.H. Hardy<br />
I miei genitori sono il dubbio e la coscienza.<br />
Nel sesto secolo a.C., Pitagora di Samo fu una delle figure più autorevoli<br />
e misteriose della matematica. Poiché non esistono resoconti di prima<br />
mano della sua vita e della sua opera (commentari), la sua figura è<br />
avvolta nel mito e nella leggenda e quindi è difficile separare la realtà<br />
dall’immaginazione. Si dice che abbia studiato le proprietà di certi numeri<br />
particolari, i rapporti tra i numeri e gli schemi che essi formavano.<br />
Pitagora capì che i numeri esistono indipendentemente dal mondo<br />
sensibile e che perciò il loro studio non è soggetto alle imprecisioni della<br />
percezione. Viaggiò per circa venti anni, assimilando tutte le regole<br />
matematiche egiziane e babilonesi (tali popolazioni erano capaci di<br />
eseguire calcoli complessi con ottimi sistemi di numerazione soprattutto<br />
quello babilonese). Cercò di fondare nella sua isola Samo, nel mare Egeo,<br />
una scuola di filosofia che si occupasse anche di ricerca di regole<br />
matematiche ma fu ostacolato dal tiranno Policrate. Si isolò in campagna<br />
e, pur di diffondere le proprie idee, dava tre oboli per ogni lezione a un<br />
discepolo che nel tempo si appassionò alla matematica e si offrì di pagare<br />
le lezioni per non interrompere la propria educazione. Con la madre e il<br />
suo unico discepolo partì per l’Italia meridionale (Magna Grecia), e si<br />
stabilì a Crotone dove trovò un protettore ideale in Milone, un cultore<br />
della matematica ma soprattutto un erculeo campione che aveva vinto 12<br />
volte i Giochi Olimpici e i Giochi Pitici. Nella casa di Milone istituì una<br />
scuola: il Sodalizio pitagorico con circa 600 allievi. Ogni seguace che<br />
aderiva al Sodalizio, doveva versare in un fondo comune tutti i suoi beni e<br />
se qualcuno decideva di andarsene, avrebbe ricevuto il doppio del donato.<br />
Nella scuola c’erano alcune donne tra cui la figlia di Milone che Pitagora,<br />
nonostante la differenza di età, sposò. Si dice anche che coniò la parola<br />
“filosofo” mentre assisteva ai Giochi Olimpici. Leone, principe di Flio,<br />
chiese a Pitagora come si sarebbe definito. Pitagora rispose “ Sono un<br />
filosofo” e poiché Leone non conosceva questa parola, egli spiegò:La vita<br />
può essere paragonata a questi Giochi, perché nella folla qui convenuta<br />
taluni sono attirati dal guadagno, altri sono mossi dalla speranza e<br />
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