Matematica curiosa - Martufi, Gabriele - Altervista
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frequenza per telecomunicazioni e cellulari è stato affidato ad esperti della<br />
teoria dei giochi. Il loro compito consisteva da un lato nel massimizzare i<br />
profitti del governo, dall’altro nell’evitare la concentrazione delle<br />
concessioni a poche grosse compagnie, con il rischio di creare un<br />
oligopolio. La procedura che essi hanno adottato ha permesso profitti otto<br />
volte superiori a quelli preventivati e le imprese minori hanno ottenuto il<br />
47% delle bande disponibili contro il 12% che una simulazione ha<br />
mostrato essere il risultato più probabile di una procedura tradizionale.<br />
Roberto Lucchetti insegnante di Analisi<br />
Un sasso, due case, tre ruderi, quattro becchini,<br />
un giardino, dei fiori, un orsetto lavatore. Jacques Prevert<br />
John Nash per la giornalista Sylvia Nasar rievoca il mito di Icaro, ossia la<br />
storia di una straordinaria ascesa e poi di una repentina caduta. In verità<br />
John Nash aggiunge qualcosa a questo mito perché, dopo il crollo, ritorna<br />
al suo modo di “pensare”. Non ancora trentenne Nash era già noto anche al<br />
di fuori della ristretta cerchia dei matematici, tanto che la rivista Fortune<br />
gli aveva dedicato la copertina come uno dei più promettenti talenti<br />
scientifici. Ventenne già come uno spettro silenzioso scarabocchiava<br />
messaggi silenziosi alla lavagna e trascorreva il tempo immerso in calcoli.<br />
Proveniente dalla Virginia si era presentato al dipartimento di matematica<br />
di Princeton (1948) con una lettera di presentazione lunga una riga<br />
soltanto: Quest’uomo è un genio. L’anno dopo, Nash scrisse per il<br />
dottorato una tesi di 27 pagine che nel seguito gli farà assegnare il premio<br />
Nobel. Nel decennio successivo i suoi strabilianti risultati e il suo<br />
comportamento eccentrico lo resero una celebrità nel mondo della<br />
matematica.“La sua mente:chiara, logica, meravigliosa”.(Shapley).<br />
Ossessionato dall’originalità, sdegnoso di ogni autorità ed estremamente<br />
sicuro di se stesso, sembrava a trent’anni avere tutto. “ Per raggiungere<br />
una vetta chiunque altro cercherebbe un sentiero su per la montagna;<br />
Nash invece scalerebbe una montagna vicina e da quella cima lontana<br />
illuminerebbe la prima vetta con una potente torcia” (Newman). La<br />
diagnosi di schizofrenia paranoide interruppe la sua carriera; scappò a<br />
Parigi e per dieci anni entrò ed uscì da ospedali psichiatrici. A<br />
quarant’anni aveva perso tutto: amici, famiglia, professione. Eppure<br />
mentre vagava per Princeton in preda al delirio, il suo nome appariva in<br />
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